Dazi : fermare i burocrati europei

Da venerdì 22 giugno entrerà in vigore il regolamento stilato dalla Commissione europea con i dazi “in risposta” - errata - a Donald Trump. Vengono colpiti prodotti per 2,8 miliardi di euro, dai jeans alle Harley-Davidson, dal whisky al tabacco. Cecilia Malmström, ha affermato che la commissione che presiede (Commercio europeo) lo ha fatto per reazione. La strada scelta è sbagliata e conferma la cecità e la mancanza di prospettiva della non/politica dell’Europa dell’asse franco-tedesco. Questa Europa va superata.

Chi per l’Italia ha siglato il regolamento deve essere rimosso perché non fa gli interessi - economici ancora prima che politici - del nostro Paese, non è in linea con la visione e gli obiettivi che si intendono perseguire. Detto in parole semplici, non è con contromisure e ritorsioni di qualsiasi tipo che si risolve l’attuale attrito. Bisogna, al contrario, mantenere rapporti economici e politici geostrategici con gli Usa. L’Italia non deve firmare contromisure contro Trump, ma deve piuttosto schierarsi al fianco del Presidente degli Stati Uniti, aiutare ad allentare il conflitto commerciale in corso e porsi quale mediatore per il suo superamento, in vista prospettica e per ulteriori implementazioni commerciali e di altra natura comuni.

Per fare ciò, l’Italia non deve rimanere blindata dentro l’Unione a trazione franco/tedesca ma sparigliare per sé e adoperarsi al fine di far rientrare l’attrito in corso ma, soprattutto, per rimodulare l’Unione europea in senso più equo. È un errore grave quello che i Paesi dell’Unione firmatari il regolamento stanno commettendo, trascinati da burocrati ancora una volta in errore. L’Italia si smarchi e avvii negoziati utili a riallineare economicamente e politicamente in maniera più equa Francia e Germania dentro l’Unione europea. Nel caso specifico, non si reagisce ma si agisce diversamente per conquistare il mercato stipulando accordi Ue-Usa che di fatto superino il costo della misura inflittiva. Così come si sta agendo adesso, al contrario, ci si è gettati in un punto politicamente morto che danneggia economicamente tutti. Non un grande affare. Bisogna andare in direzione diametralmente opposta a quella che si sta prendendo. La nuova Europa deve stare con Trump.

Aggiornato il 20 giugno 2018 alle ore 19:42