Investimenti prima di tutto

I mercati non si muovono con razionalità ma per “moda”. Se l’aria che tira è nera, vendono paurosi e impauriti, se il vento è in poppa, guadagnano e splendono. In Italia, oggi, alimentata da quasi tutta la grancassa mediatica, tira aria di bocciatura verso una manovra che financo sullo sforamento dei non-parametri europei (non sono né vincolanti né obbligatori, ma solo “tendenziali” e progressivamente convergenti con quelli degli altri Stati membri) è minore e più timida di quelle dei precedenti quattro governi mai eletti dagli italiani: Monti, Letta, Renzi e Gentiloni.

In pratica, quando lo diceva e faceva un Gentiloni o un Renzi qualsiasi si poteva fare, mentre adesso che lo sta facendo l’attuale governo eletto, non si sa perché, non va più. Quello che è necessario fare velocemente è immettere liquidità per sfoltire sul nascere le nebbie pretestuose sinistre. La stabilità politica e sociale è importante tanto quella economica. Ma non esiste stabilità sociale e politica senza un’economia in asse. Dunque subito investimenti per creare e dare lavoro agli italiani, al contempo un deciso abbassamento delle tasse con la flat tax e derubricare via via dal programma di governo l’assalto alla cosa e alle casse pubbliche rappresentato dal reddito gratis di chi non lavori. Si tratta di normale buon senso. Perché mai infatti dovrei sforzarmi di lavorare a 700/800 euro al mese - stipendio di una commessa di negozio - se, standomene a casa, me ne arrivano altrettanti? Dunque, prima investimenti e flat tax subito in vigore, non procrastinata o differita negli anni. E contestualmente creazione di lavoro tramite investimenti. A cominciare dall’edilizia.

Aggiornato il 01 ottobre 2018 alle ore 15:35