Cina, è il momento di reinvestire o no?

Il primo trimestre del 2024 si è chiuso con una crescita del +5,3 per cento anno su anno per il Prodotto interno lordo (Pil) cinese: un risultato al di sopra delle attese del mercato. Pechino sta quindi uscendo dalla crisi? È probabilmente troppo presto per dirlo. Nonostante l’inizio d’anno brillante, l’Istituto nazionale di statistica ha sottolineato che “le fondamenta della crescita economica cinese non sono ancora solide”. Da circa tre anni e mezzo il mercato azionario cinese sottoperforma ampiamente i listini finanziari globali, compresi quelli degli altri emergenti. Le ragioni sono diverse e non solo di carattere finanziario. La lunga crisi legata alla pandemia di Coronavirus e le conseguenti chiusure, il crollo del settore immobiliare, il peso dei debiti, le tensioni geopolitiche con Taiwan e con gli Stati Uniti, la crisi delle e la fuga dei capitali esteri sono i principali motivi. Eppure, a fine 2022, la Cina stava finalmente uscendo dalla politica zero-Covid, con previsioni ottimistiche di una robusta ripresa dei consumi, mentre l’America era ancora nella morsa di un’inflazione superiore all’obiettivo e di un aumento dei tassi d’interesse. Insomma, le riaperture economiche e sociali di Pechino avevano suscitato aspettative sul cambio di passo, che però non è mai avvenuto. La verità è che sul mercato azionario cinese c’è ancora un forte pessimismo. I dati sono inconfutabili. Il Morningstar China Index Nr ha perso il 42 per cento del proprio valore da fine gennaio 2021 a fine marzo 2024. Tutto questo mentre l’indice Morningstar Global Markets ha fatto esattamente il percorso inverso (+40 per cento) e il Morningstar Emerging Markets è risultato leggermente in positivo (+4 per cento; dati in euro).

Le azioni cinesi stanno viaggiando a delle valutazioni che non si vedevano da circa un decennio. Secondo i dati Ceic, il rapporto prezzo-utili della Borsa di Shanghai è ai minimi da fine 2014. Inoltre, l’azionario cinese è attualmente sottovalutato del 31 per cento rispetto al fair value (relativamente ai titoli coperti dall’analisi Morningstar). Cosa fare quindi? Approfittare dei minimi storici per investire oppure attendere scenari più chiari? Il mercato si divide. C’è chi, almeno per ora, pensa che il mercato cinese sia un’opportunità troppo ghiotta per lasciarsela scappare e chi invece non vede ancora chiaro nel prossimo futuro della Cina. Il consumatore cinese è uscito dal periodo del Covid con poca voglia di spendere i soldi che aveva messo da parte durante la sua reclusione forzata. Non è difficile da capire se si considera che la disoccupazione giovanile si aggira intorno al 16 per cento. Nel frattempo, il settore immobiliare, che potrebbe rappresentare il 30 per cento del Prodotto interno lordo se si tiene conto di attività correlate come le assicurazioni, la vendita di elettrodomestici e altri servizi accessori, continua a sembrare una bolla che si sta lentamente sgonfiando.

A tutto questo, si aggiunga una demografia sfavorevole, con un numero di decessi superiore alle nascite per il secondo anno consecutivo nel 2023, il che suggerisce che la popolazione cinese sta diminuendo e invecchiando. A seguito di tali considerazioni negative, una buona fetta degli operatori internazionali si ritrova concorde nell’etichettare la Cina come “Paese non investibile”. I flussi globali d’investimento lo certificano, con ben 18,2 miliardi di dollari che gli investitori di tutto il mondo hanno prelevato dai fondi aperti azionari Cina negli ultimi 12 mesi. Ma non tutti condividono questa opinione. D’altronde, la Cina resta la seconda economia mondiale, ospita ancora un terzo della capacità manifatturiera globale, genera il 18 per cento del Pil globale, conta il 16 per cento di tutte le società quotate e il 20 per cento della capitalizzazione complessiva dei mercati. Cosa fare quindi? Come sempre nella finanza non esistono risposte certe e assolute. Approcciare in maniera selettiva potrebbe risultare una scelta vincente per approfittare del basso prezzo di acquisto e contemporaneamente cautelarsi verso settori ancora oscuri.

Aggiornato il 30 aprile 2024 alle ore 12:34