Riforma della giustizia,   la lettera al Premier

Il presidente del Tribunale Dreyfus Arturo Diaconale e l’avvocato Valter Biscotti hanno inviato una lettera aperta al presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, per denunciare i limiti e le carenze della riforma della giustizia preannunciata dal Governo.

“Le linee guida della riforma della Giustizia predisposte dal ministro Andrea Orlando - è affermato nella lettera - non segnano un’inversione di tendenza rispetto alla deriva giustizialista in atto ormai da alcuni decenni. Indicano, al contrario, la volontà di dare vita ad un’ennesima spinta a trasformare lo stato di diritto fondato sulle garanzie dei cittadini in uno stato autoritario incentrato sulla supremazia della casta ristretta dei magistrati. Il Tribunale Dreyfus - conclude la lettera - mette in guardia il Governo e la maggioranza dal procedere nella realizzazione di provvedimenti d’ispirazione controriformista. Ribadisce che non può esserci una vera riforma della giustizia senza affrontare le tematiche sotto indicate e senza prevedere, a completamento del disegno riformatore, una adeguata ed inderogabile amnistia. E preannuncia che, in caso di misure destinate a vanificare la richiesta di una riforma per una giustizia giusta, diventerà inevitabile il ricorso ai referendum abrogativi delle eventuali leggi emanate”.

1) La responsabilità civile dei magistrati, per l’uguaglianza tra i cittadini senza privilegi di casta; 2) Il rientro nelle funzioni proprie dei magistrati fuori ruolo, per più magistrati in servizio nei Tribunali; 3) L’abuso della custodia cautelare, per il rispetto del principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza; 4) Riforma del Csm, per liberare la magistratura dalla mala politica delle correnti; 5) La separazione delle carriere dei magistrati, per eliminare la contiguità tra giudicanti e Pubblici Ministeri; 6) Revisione dell’obbligatorietà dell’azione penale, per abolire la pratica dell’arbitrarietà esercizio dell’azione penale; 7) Garantire l’equilibrio corretto tra i poteri dello Stato, per rispettare la volontà dei padri costituenti e scongiurare la Repubblica dei pm; 8) Rottamazione cause civili pendenti attraverso camere arbitrali private, per smaltire l’arretrato della giustizia civile; 9) Instaurazione delle procedure di negoziazione assistita, per nuovi modelli di contenzioso civile più veloce; 10) Abolizione dell’ergastolo, per assicurare una effettiva rieducazione nel rispetto per le vittime; 11) Abolizione reato concorso esterno, per chiudere la fase dell’emergenza e combattere la criminalità non con le leggi speciali ma con la democrazia; 12) Intercettazioni e tutela del diritto alla riservatezza dei cittadini, per abolire la piaga della gogna mediatica che anticipa la pena senza alcun giudizio.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:24