Il pianto di Luigi Di Maio

Matteo Renzi è talmente arrogante che lui stesso ironizza su questa sua caratteristica rilevando che senza di essa non sarebbe Renzi. La faccenda preoccupa i capi dei Cinque Stelle. Beppe Grillo è tornato ad attaccare l’“ebetino” definendolo un pericoloso narcisista colpevole di aver compiuto una “minchiata” d’impulso. Addirittura più severo, poi, è stato Luigi Di Maio, che ha annunciato di non essere disposto a tollerare tensioni di sorta dopo quelle subite da Matteo Salvini da parte dell’altro Matteo.

Il bello della faccenda è che Renzi non si offende affatto delle intemerate e degli insulti grillini. Al contrario, li cerca, li sollecita, li ambisce. Perché in questo modo caratterizza il proprio neonato partito come la forza antigrillina del centrosinistra e motiva politicamente una scissione che altrimenti sarebbe solo un atto di arrogante egocentrismo.

D’altro canto, come potrebbe un presuntuoso come Renzi irritarsi per offese che lo inorgogliscono perché dimostrano di aver colto nel segno infilandosi di prepotenza nel gioco tra Conte, Zingaretti e Di Maio? E quest’ultimo, poi, che fa se Renzi gli crea tensioni? Diventa tutto rosso e si mette a piangere?

Aggiornato il 20 settembre 2019 alle ore 10:09