La competenza secondo il rito ambrosiano

Quando si scherza, si scherza. Ma quando si fa sul serio, si fa sul serio ed interviene la Procura di Milano nella persona del capo Francesco Greco che apre un’indagine in nome del preminente interesse pubblico nei confronti di quegli ignoti (leggi AncelorMittal) che avrebbero attentato ai livelli occupazionali, alle necessità produttive del Paese ed agli obblighi del risanamento ambientale.

Ma perché, con tutte le crisi aziendali che ci sono in Italia e che vedono la caduta dei livelli occupazionali alla faccia del preminente interesse pubblico per le necessità produttive del Paese, i magistrati di Milano scendono in campo solo per accertare le eventuali responsabilità penali di AncelorMittal? La Procura milanese non è diventata una sorta di superprocura nazionale sul modello dell’Antimafia titolata ad intervenire ogni qual volta scoppia un caso di rilevanza nazionale nei settori della produzione e della finanza. È che il rito ambrosiano della giustizia italiana consente ai magistrati di Milano di intervenire in base all’obbligatorietà dell’azione penale sulla base di una interpretazione estensiva della competenza.

Nel caso dell’inchiesta sull’azienda di Taranto la competenza non è territoriale ma di altro genere. Chi non sa che Milano è piena di pugliesi trapiantati nella capitale lombarda? Dunque la competenza a cui fa riferimento la Procura meneghina è il frutto di una interpretazione creativa della normale giurisprudenza. Quella che attribuisce ai magistrati di Francesco Greco la competenza non solo territoriale ma anche etnica.

Varia lex, sed lex!

Aggiornato il 18 novembre 2019 alle ore 09:48