Poco chiasso, per favore

Come già a Rio de Janeiro nel 2013 e ad Assisi nel 2022, pare che il Papa anche a Lisbona in questi giorni abbia ribadito un’idea alla quale è evidentemente affezionato: “fare chiasso” per rivendicare i cambiamenti politici ritenuti più urgenti, in particolare in fatto di economia, di ambiente e di clima.

Che Papa Francesco coltivi idee di questo genere non è certo una novità ma, ad essere nuova, è questa sorta di autorizzazione e, anzi, di incitamento al chiasso, sottolineato ad Assisi parlando ai giovani, in termini quanto meno grotteschi: “Se non avete niente da dire almeno fate chiasso”.

Non è qui il caso di discutere il modello economico, ispirato all’economia di San Francesco, al quale il Papa sembra orientarsi. Basterà ricordare che l’economia di San Francesco era, di fatto, una anti-economia e che la sua dilapidazione del capitale paterno fece felici i poveri per qualche tempo – cosa che confermava, fra l’altro, l’importanza del tanto vituperato denaro – ma, poi, costoro si ritrovarono nella miseria più nera proprio perché le risorse non furono investite bensì meramente consumate.

L’aspetto più serio della sentenza papale sta piuttosto nell’idea del chiasso. Cosa significa? Se con questo termine si intende la propaganda di questa o quell’idea attraverso tutti i canali possibili allora non c’è nulla di cui preoccuparsi perché, in qualsiasi democrazia liberale, si tratta di un diritto acquisito. Ma se per chiasso si intende, quasi letteralmente, clamore e fragore collettivo, manifestazioni di piazza con la bocca spalancata per urlare le proprie verità per mezzo di slogan intolleranti allora non ci siamo. Un chiasso di questo genere costituisce semplicemente un tentativo di prevaricazione delle idee altrui, la ricerca, in definitiva, della supremazia urlando più degli altri anche quando, come recita la sentenza, non si ha “niente da dire”. Si tratta, palesemente, di un atteggiamento decisamente dogmatico per il quale il Bene sta qui e il Male sta là e, per far prevalere il Bene, ogni mezzo è lecito.

La formula del chiasso è, d’altra parte, ben studiata poiché se c’è una cosa che piace ai giovani, ma non solo, è esattamente questo: fare baccano, proclamare slogan nel modo più assordante, schiacciare col rumore le idee altrui in modo da rendere i loro sostenitori dei modesti tapini isolati e impauriti.

Il rumore domina nelle discoteche come nelle riunioni politiche nelle piazze o nei cortei con tanto di tamburi e pentole e si diffonde persino ai funerali con la penosa abitudine dei fragorosi applausi al posto della meditazione.

Il silenzio e la riflessione, ufficialmente ancora tanto cari alla tradizione cristiana assieme alle virtù teologali, si dovrebbero dunque arrendere al chiasso come chiave di volta di cambiamenti che, peraltro, non appartengono alla spiritualità bensì alla politica. Il guaio è che la verità, in ogni ambito, va perseguita con pazienza e prudenza, oltre che con competenza. Qualità sicuramente, per loro natura, poco chiassose.

Aggiornato il 04 agosto 2023 alle ore 13:24