di
SERGIO MENICUCCI
a sfida televisiva è lanciata.
Mentre Rai, Mediaset, La 7
riempiono gli schermi di politica
due altri editori del mondo tv pre-
sentano nuove piattaforme, spesso
alternative o innovative. Si tratta
di Discovery Italia, diventato il
terzo editore tv, e di Sky che ag-
giunge a partire dal 2013 l’esclu-
siva della Formula Uno, lasciando
alla Rai solo 9 gran premi in chia-
ro. Un’altra rivoluzione.
Fino a sei mesi orsono pochi
osservatori avevano notato i mo-
vimenti del colosso americano Di-
scovery, che si era affacciato alla
ribalta per le voci di acquisto de
La7 messa in vendita da Telecom
Media. Il gruppo americano, quo-
tato in borsa, in forte crescita, era
alla ricerca d’investimenti in Eu-
ropa e in Italia partendo dalla sua
vocazione per la pay tv. Il colpo
lo ha fatto una ventina di giorno
fa quando ha acquistato il 100%
delle azioni di Switchover creato
a Roma da Francesco Nespega.
Con questa acquisizione la
versione italiana di Discovery può
mettere in campo 12 canali (6
free e 6 pay) che nella classifica
dell’ascolto giornaliero arrivano
a superare il 6 per cento. Lontane
la Rai con il suo 40% e Mediaset
con il 32% in pochi mesi la Di-
scovery ha superato Sky ferma
L
sotto il 5 per cento e Ti Media
che con La 7 e Mtv si attesta in-
torno al 4,5 per cento.
Il nuovo polo è capitanato da
una brillante manager che parla
quattro lingue, ha lavorato tra
Milano e Londra prima in Mtv,
poi in proprio e infine in Disco-
very. Si chiama Marinella Soldi,
nata a Milano nel 1966, laureata
alla London School of economics.
La Soldi, due figli, è amministra-
tore delegato di Discovery Italia
e general manager Southern Eu-
rope. Circondata da un gruppo di
dirigenti donne ha portato nei ca-
nali televisivi una ventata inno-
vativa
Come strategia la Discovery è
un’azienda prevalentemente pay
ma il mercato italiano e quello del
sud europeo in materia di pay si
evolve con difficoltà e quindi la
scelta di una tv in chiaro è un’ag-
giunta al fine di diversificare l’of-
ferta. Individuata la voglia del te-
lespettatore di esplorare qualcosa
di nuovo la company di livello
mondiale ha ritenuto giunto il
momento di allargare la gamma
di prodotti anche in Italia.
Prima di acquisire Switchover
aveva 7 canali: 2 gratis sul digi-
tale terrestre (Real Time e DMax,
il primo caratterizzato sul target
femminile, con trasmissioni di
punta come abito da sposa e cer-
co casa disperatamente condotto
da Paola Marella e Clio Make Up
sull’arte del trucco ad opera della
28enne bellunese Zammatteo che
vive a New York e che spopola su
Internet e il secondo su quello
maschile) e 5 a pagamento di cui
4 su Sky (Discovery Channel,
Science, Travel & Living, Animal
Planet) e uno su Mediaset Pre-
mium (Discovery world). A questi
si sono aggiunti Giallo (il canale
riservato ai film e telefilm di ge-
nere poliziesco), Focus che parla
di natura, scienza e tecnologia sul-
la base dei contenuti di una rivista
specializzata tedesca. Frisbee e
K2.
Si tratta di un’operazione in-
novativa, con l’obiettivo di rad-
doppiare gli attuali 100 milioni
di fatturato. Marinella Soldi ha
ora a disposizione circa 130 di-
pendenti, tra cui il 34enne Paolo
Lorenzoni che a Sky si occupava
di X Factor.
Come risponde Sky alla sfida?
Lanciando un’offerta senza pari
per la corsa regine dell’automo-
bilismo a base di interattività. I
telespettatori avranno a disposi-
zione proprio tutto, compresi due
campioni come Jacques Villeneu-
ve, figlio di Gilles e Marc Genè
collaudatore della Ferrari. Ancora
da decidere quali dei 19 gran pre-
mi saranno trasmessi in chiaro
dalla Rai e quanto dovrà sborsare
la televisione pubblica.
II
POLITICA
II
Ilva, una soluzione
potrebbe esserci
Tv, l’innovazione non abita
inRai (e neppure aMediaset)
I comunisti pensino alle foibe e lascino stare Silvio
opo la bufera abbattutasi su
Bersani e compagni, nel pieno
della campagna elettorale bisognava
equilibrare la battaglia tra il Pdl e
la Sinistra (il centro non esiste o se
esiste è rappresentato da Monti, che
in compagnia del politicante Casini
e dell’ex fascistello Fini, tenta di fare
l’ago della bilancia tra i due schie-
ramenti, con chiara predilezione a
sinistra; a sinistra il centro ormai è
appiattito su Vendola e compagni
che un giorno si e pure l’altro non
fa che marcare la netta distinzione
con i così detti catto). Ecco che al
caso si presta il Giorno della Me-
moria, durante le cui annuali cele-
brazioni, si trova il modo di attac-
care Silvio Berlusconi perché,
commentando l’evento tragico ha
dichiarato che Mussolini si è reso
responsabile dell’eccidio promul-
gando le leggi razziali, ma che qual-
cosa di buono aveva fatto, Apriti
cielo, scandalo irrimediabile, con il
commento dolce e spocchioso del
Prof. Monti, che, con toni pacati ha
commentato l’episodio definendolo
«battuta infelice». Strumentalizza-
zione ignobile che come un boome-
rang si ritorcerà contro tutti coloro
che vivono esclusivamente di anti-
fascismo viscerale.
Chi ha una certa età e siamo in
molti, ricordiamo quell’epoca, con-
trassegnata dagli errori commessi
da Mussolini, ma ricordiamo l’amo-
re per l’Italia che aveva l’uomo che
fu trucidato, ed appeso a testa in giù
a Piazzale Loreto, senza che avesse
rubato una lira al proprio paese. Si
parla sempre a sproposito di nazi-
D
fascismo nel tentativo di far apparire
i due movimenti, quello hitleriano
e quello mussoliniano, come un
tutt’uno. La verità è un’altra ed è
che il fascismo trova la sua ragion
d’essere nella sublimazione della uni-
tà nazionale, rappresentata dai fasci
littori, mentre il nazismo di esclusiva
ispirazione germanica trova la sua
ragion d’essere nella sublimazione
della razza ariana, fonte dell’immane
tragedia che ha colpito il popolo
ebraico. Le leggi razziali furono dav-
vero un grave errore, tanto grave da
non essere perdonabile, avendo
coinvolto nella tragedia tanti italiani
che professavano la religione ebrai-
ca, ma da ciò a non riconoscere al-
cun merito all’uomo che ha gover-
nato l’Italia per venti anni c’è ne
corre. Viceversa, onestà intellettuale
e non solo vorrebbe che i comuni-
stelli ricordassero la persecuzione
ebraica da loro attuata con metodi
certamente diversi ma ugualmente
incisivi. Tutti gli ebrei che avevano
avuto la sventura di trovarsi in
Russia durante l’epoca della ditta-
tura sovietica furono costretti a re-
stare molto malvolentieri su quel
territorio non potendosi trasferire
neanche in Israele, in quanto im-
possibilitati a restituire allo stato i
rubli spesi per la loro istruzione.
Ne sanno qualcosa i tanti scienziati,
alcuni dei quali neanche oggi si sa
la fine che hanno fatto. Uno dei ra-
gazzi di via Panisperna, illustre fi-
sico, non è mai tornato in patria!
Tanto tempo è passato ma non
tanto perché la storia renda giustizia,
come il giornalista Pansa sostiene,
ai vinti. Nel prossimo mese di feb-
braio si celebrerà, almeno me lo au-
guro, il giorno della memoria dedi-
cato allo stermino comunista di
matrice titina, le foibe, sterminio di
migliaia di Italiani nelle loro terre
che furono costrette ad abbandona-
re in seguito alla disastrosa guerra.
Mi auguro vi sia il trasporto uguale
a quello della Shoà, con i comuni-
stelli in piazza per ricordare l’eccidio.
A tal proposito vorrei invitare il sin-
daco di Milano, figlio di un grande
giurista, a partecipare a quella com-
memorazione, lui che ha frequentato
insieme ai suoi compagni la scuola
dell’odio antifascista.
Infine, per non tediare nessuno,
vorrei tranquillizzare il Cavaliere
sulla inutilità di tali strumentalizza-
zioni, essendo gli italiani molto più
attenti di quanto si possa pensare.
Piuttosto, il signor Bersani si guardi
bene dal minacciare chicchessia e
tanto meno non prometta di sbra-
nare nessuno. La vicenda del Monte
dei Paschi di Siena è tanto squallida
quanto sporca. E indurrebbe un po-
polo diverso da quello italiano a
sbranare gli artefici tutti di un disa-
stro finanziario annunciato quanto
consumato, in danno sempre dei
contribuenti italiani che con i loro
sacrifici saranno chiamati dal tec-
nocrate di turno, magari nominato
senatore a vita, non più dal monarca
Napolitano, ma dal Capo dello stato
di turno, a risanare.
TITTA SGROMO
e soluzioni tecniche e finanzia-
rie per risolvere la drammatica
situazione Ilva e del territorio di
Taranto vengono continuamente
proposte e migliorate da parte dei
soggetti locali e non, per la salute
dei cittadini e il benessere ambien-
tale futuro di questa singolare e
pittoresca parte dello stivale. Le
trasmissioni televisive e l’informa-
zione di ogni tipo ne danno spa-
zio, e si moltiplicano col passare
del tempo e con l’urgenza del ca-
so, ma qualcuna può essere pas-
sata inosservata e sta per scadere,
ha un limite di tempo di dieci
giorni data l’eccezionalità della ci-
fra finanziata aumentata di recen-
te da 2,8 a 5 miliardi. La somma
utilizzata non dovrà essere rim-
borsata ma immessa nel capitale
della azienda. Bruno Pozzessere di
Lizzano in provincia di Taranto,
già il 24 novembre dello scorso
anno, ci riferisce che aveva dato
copia alle autorità competenti di
questo progetto, “Stabilimento Il-
va Città di Taranto Siderurgia eco-
compatibile”, posto anche all’at-
tenzione della Procura di Taranto.
In quella occasione aveva comu-
nicato in sintesi ciò che una azien-
da italiana, di cui per motivi di as-
soluta segretezza non ha divulgato
il nome, andrebbe a fare allo sta-
bilimento dell’Ilva con la stima dei
costi e le tempistiche necessarie. I
capitali, tutti privati, con la par-
L
tecipazione di una primaria banca
nota a livello mondiale, verrebbe-
ro impiegati per riqualificare l’am-
biente. Una risposta necessaria
non solo alla pulizia dell’Ilva, co-
me richiede il caso e secondo le
opportune e particolari necessità
risapute, ma per rimodernare an-
che gli impianti ormai obsoleti e
costosi nella loro produzione, per
rilanciare la produzione stessa e
salvare tutti i posti di lavoro. I co-
sti stimati previsti inizialmente
erano di ben 2,8 miliardi per le
coperture a aspirazioni da eseguire
in 24 mesi, i filtraggi elettrostatici
in 30 mesi, la dissociazione mole-
colare per il trattamento del ben-
zopirene in 36 mesi. Ora, secondo
quanto riferisce Primo Bozzato di
Torino che si sta preoccupando di
aggiornare i contatti Ilva sperando
di trovare la dovuta e non scon-
tata attenzione, la cifra di cui non
si vuole il rimborso ma l’immis-
sione in conto capitale dell’azien-
da salita a 5 miliardi prevede an-
che oltre alla realizzazioni di
quanto già offerto a novembre, la
costruzione di un complesso pro-
duttivo di pannelli inerti destinati
allo smaltimento delle polveri e
delle ceneri derivanti dalle lavo-
razioni del ferro e dell’ acciaio e
sopratutto la realizzazione di un
nuovo altoforno assolutamente
moderno.
VITO PIEPOLI
L’OPINIONE delle Libertà
MERCOLEDÌ 30 GENNAIO 2013
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