Covid-19: il paradosso della Grecia

Chi non ha più il pane ha ancora i denti. E fu così che la Grecia rischiò di passare per uno dei Paesi più attrezzati per rispondere alla mattanza sanitaria e sociale. E sapete perché? Perché si sono già fatti massacrare una volta dalla Troika e quindi sanno di cosa si parla.

Provocazione o paradosso, la tesi è di Andrew Tzembelicos, scrittore greco-canadese che prova a buttarla lì. Hai visto mai, si chiede in un articolo su greekreporter, che la crisi economica e la conseguente e pesantissima cura made in Ue-Bce-Fmi abbia preparato la Grecia a rispondere meglio di tanti altri al Covid-19? Per quanto dolorosa sia stata la decennale crisi finanziaria per il popolo greco, è possibile che in qualche modo quella prova terribilmente straziante possa aver effettivamente aiutato il Paese e la sua gente a prepararsi meglio per la realtà di oggi? Ironie a parte, va registrata la scuola di pensiero che vuole realtà nazionali, sottoposte nel recentissimo passato a stress economici e sociali estremi, forse tra le più in grado di gestire il dramma sanitario, non fosse altro perché – testuale – “si è imparato a fare di più con meno”, oppure a gestire “più crisi allo stesso tempo”, e cioè “le simultanee emergenze gemelle di un’economia in crisi e un afflusso di migranti, mentre affrontano le sfide dell’alta disoccupazione”.

Insomma, è come se nella primavera 2020, tutte le barche in tempesta battano idealmente bandiera greca: navigano nell’incertezza economica, sperimentano gravi perdite di posti di lavoro, ricevono (o subiscono) programmi di salvataggio e scontano carenze nel sistema sanitario. Al di là dei paradossi, la realtà da pandemia impone alla Grecia di richiamare i cervelli in fuga. La carenza di medici e infermieri ha costretto il governo a offrire contratti di lavoro di 2 anni a 2mila operatori sanitari all’estero, affinché tornino immediatamente in patria e per lavorare in prima linea. Anche se le previsioni di crescita per il 2020, stimate a febbraio del 2,4 per cento, non verranno rispettate, e nonostante il crollo previsto del turismo del 30 per cento, è possibile che comparti come bar e ristoranti, si fa notare, possano resistere meglio alla tempesta.

“Già abituati a operare con i margini più sottili – scrive Tzembellicos – hanno rapidamente trasformato la consegna a domicilio di ordini di caffè, piatti da asporto e altre merci, nella nuova normalità. Ciò vale anche per i venditori indipendenti di pesce e frutti di mare, nonché per i fornitori di carne e frutta fresca e verdura che effettuano anche consegne in moto”.

La morale, insomma, è che le difficoltà pregressa hanno reso il popolo greco “più forte e più propenso a unirsi quando il gioco si fa duro”. A marzo, intanto, cioè nel mese in cui state avviate le misure restrittive anti-Covid, il mercato del lavoro fa registrare un saldo negativo di 41.903 occupati (103mila nuovi posti contro 144.905 posti persi): il risultato peggiore degli ultimi 19 anni, ancora peggio degli anni della crisi finanziaria.

Aggiornato il 17 aprile 2020 alle ore 12:41