A che ora oggi i russi invaderanno l’Ucraina?

“A che ora attaccheremo domani?” ha chiesto sarcasticamente Vladimir Putin agli americani, dopo il suo incontro di ieri a Mosca con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. La sua bruciante domanda era rivolta al presidente americano Joe Biden e alla Cia che, nelle scorse settimane, hanno messo in scena una vera campagna allarmistica di disinformazione per fare credere al mondo che il mondo era sull’orlo della Terza guerra mondiale e che il 16 febbraio, cioè oggi, ci sarebbe stata l’invasione russa dell’Ucraina.

Biden aveva bisogno di drammatizzare la situazione per fare risalire i suoi consensi interni in forte discesa. La Cia si è prestata e ha fatto arrivare nelle redazioni dei mass media americani rapporti “segreti” in cui si dava per scontato un attacco russo imminente e se ne prevedevano persino le conseguenze, “cinquantamila morti”!

Per rendere credibile la bufala, gli americani hanno persino spostato la loro ambasciata da Kiev a Leopoli. Molti governi europei (non l’Italia, né la Germania) hanno tenuto bordone alla bufala e hanno chiuso le loro ambasciate. Hanno voluto compiacere Biden anche con dichiarazioni allarmate. La Nato ha fatto lo stesso. E si capisce perché. La Nato ha bisogno di un nemico per giustificare la sua persistenza dopo la fine della Guerra fredda in Europa. E ne ha trovato uno di comodo nella Russia di Putin. Su di essa pesano da tempo sanzioni volute dagli americani che danneggiano soprattutto gli europei, specialmente Italia e Germania, che dalla Russia prendono oltre il 40 per cento del gas.

Per effetto di quelle sanzioni il gasdotto Nord Stream 2, pur già pronto, non può essere attivato per il veto americano. È tempo che gli europei si facciano meglio i loro conti, data la situazione sui mercati delle fonti energetiche e l’aumento insostenibile dei loro prezzi. Quello che è più grave e miserabile è che anche la gran parte dei mass media europei e italiani si sia associata e accodata alla campagna di disinformazione americana. Lo hanno fatto solo per vendere qualche copia in più o per tenere su l’audience, agitando “venti di guerra” che non c’erano e non ci sono.

Ora, Putin ha dato un segnale, ritirando parte delle truppe inviate ai confini dell’Ucraina. E ha ribadito che il suo obiettivo è solo quello di costringere gli americani a un negoziato per escludere che l’Ucraina possa entrare nella Nato. È una richiesta seria e legittima. Ma l’Occidente continua a fare propaganda per inseguire obiettivi miserabili. Biden si vanterà che è stata la sua “fermezza” a fermare l’orso russo. La stessa cosa diranno i leader europei che nelle scorse settimane si sono guadagnati uno spot, recandosi con la faccia fintamente seria e preoccupata a Mosca e a Kiev. Lo farà probabilmente anche Luigi Di Maio, che ieri è andato inutilmente a Kiev, ma non a Mosca, forse perché non ha ritenuto utile riceverlo? Lo sosterranno anche i nostri riveriti giornalisti?

L’Occidente ha avuto quasi sempre un punto di forza nella sua credibilità. Queste buffonate lo danneggiano. Per di più gli Usa per i loro interessi stanno spingendo Putin nel ruolo di nemico riluttante dell’Occidente, mentre vorrebbe e potrebbe essere un partner utile dell’Europa. Lo stanno spingendo anche nelle mani della Cina di Xi Jinping, che oggi è il vero avversario dell’Occidente. Gli europei devono far valere i loro veri interessi in contrasto con quelli di Biden, specie quando questi si riducono alla caduta dei suoi consensi nei sondaggi.

Aggiornato il 16 febbraio 2022 alle ore 11:13