That's the Twitter, baby

@LaRetrovia
Più che un account Twitter è un manifesto politico di sfida ad un intero establishment. Per cui non staremo qui a contarne i follower, né a spulciare fra i tweet. Anche perché i primi sono un’ottantina, e i secondi nemmeno venti. Quello de La Retrovia (@LaRetrovia) è un profilo nato appena due giorni fa, facendo seguito ad un durissimo post di due blogger di centrodestra. Diego Destro di daw-blog.com e Christian De Mattia per ilfazioso.com. In un pezzo firmato a quattro mani, i due hanno dato il benservito ad Angelino Alfano quale leader del futuro Pdl. «Lo diciamo chiaramente: il senza quid non lo possiamo sostenere. Né come segretario pilotato, né come aspirante candidato premier preconfezionato alle primarie (sempre più eventuali)», hanno scritto Destro e De Mattia. Che nelle scorse settimane hanno condiviso un pezzetto di strada con il movimento di Formattiamo il Pdl. All’assemblea nazionale dei formattatori, Destro era arrivato a chiedere le dimissioni del segretario. Fischiato da buona parte degli intervenuti. Un’accoglienza che probabilmente l’ha spinto a mettersi in proprio. E a invitare, insieme a De Mattia, tutti i delusi dalla gestione del Pdl a cambiare strada. «Non abbiate paura si concludeva l’articolo - lasciate i vecchi schemi, abbandonate le gabbie. Vi sentirete diversi. Vi sentirete liberi. Ci saranno novità… in retrovia». Ancora non è chiaro se la battaglia sull’etere contro la gestione Alfano si doterà di una sua ridotta stabile. Per ora c’è un account sul social network, dalle cromature aggressive di una grande “R” graffiata su uno sfondo nero. E una manciata di tweet. Quanti bastano però per capire che se il progetto prenderà piede, non sarà un vicino di web comodo per Alfano. E forse nemmeno per i rottamatori. «È il momento del coraggio, #laretrovia vuole stimolare il dissenso. Chi gestisce Pdl non in grado di mantenere le promesse, a casa!» recita uno degli ultimi tweet. Per saperne di più basterà aspettare il nove luglio, come annunciato martedì dagli animatori dell’iniziativa: «Un altro centrodestra è possibile. Tutti possono partecipare e diventare protagonisti -6 giorni a #laretrovia».

@simonespetia
«Giornalista a Radio24. Padre. Abbastanza preoccupato. Quando esprime opinioni lo fa a titolo personale. Mi trovate anche qua: simonespetia.wordpress.com». È questa la presentazione ai suoi followers di Simone Spetia, noto ai mattinieri perché conduce il suo programma radiofonico all’alba. Ma conosciuto dalla gran parte dei tuittéri italiani. Intervistato da l’Unità, è stato definito “Signore degli hashtag”, per la sua prolificità nel lanciare tormentoni sul social network. Ha raggiunto l’apice con #menotaxipertutti, con il quale ha lanciato il grido di rivolta della rete alle resistenze corporative dei tassinari all’epoca (ormai lontana) del decreto liberalizzazioni. Ormai è una consuetudine. Spetia si sveglia la mattina alle quattro, legge le agenzie, le prime pagine dei giornali, si prepara ad andare in onda. E tutto quello che gli passa sotto gli occhi (fatto salvo, ma non sempre, per lavandino, dentifricio, latte e biscotti) si trasforma in cinguettio. Dettando così i temi della giornata per i quasi 10mila followers. Che hanno seguito in massa il suo scatto d’orgoglio liberale contro le resistenze corporative ai provvedimenti montiani sulle liberalizzazioni. È finita come è finita (purtroppo), ma fosse stato per Spetia e i suoi prodi seguaci su Twitter, le liberalizzazioni sarebbero state una vera rivoluzione. Opinionista, attento a una vasta gamma di temi (sul suo blog scrive che «occuparsi di un solo argomento non è solamente inutile. È dannoso») trend setter, Spetia ha anche una notevole vena umoristica. « Pare che Pizzarotti sia raeliano e attenda il ritorno sulla terra degli Elohim per completare la giunta» ha detto delle intricate vicende che imbrigliano il sindaco del Movimento 5 stelle di Parma. Sdraiato anche l’ozioso dibattito sulla divinità o meno della scoperta di Higgs: «Ma ‘sto Bosone non lo possiamo usare in funzione anti spread, vero?».

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 02:49