That's the Twitter, baby

@marioadinolfi
«Deputato pro tempore della Repubblica italiana. Giornalista, scrittore, poker player. Conduce Citofonare Adinolfi. Papà di Livia e Clara». È cambiato da poco il profilo Twitter di Mario Adinolfi. Da quando, una manciata di giorni fa, ha fatto il proprio trionfale ingresso nell’aula di Montecitorio.  Primo dei non eletti tra le liste del Pd, è stato eletto onorevole in seguito alla rinuncia del collega Pietro Tidei, eletto sindaco di Civitavecchia. Adinolfi è un discreto tuittomane. Ma, da qualche mese a questa parte, ha stabilito alcune sue personalissime regole: niente hashtag, nessuna citazione, nessun link a corredo dei propri tweet. Un decalogo fermamente rispettato dal neo-senatore, il cui esordio in Aula non è stato felicissimo. Come lo stesso Adinolfi ha ammesso giovialmente sul social network: «Mentre parlo con Fini e Bindi, si spezza l’elastico di tenuta del mio pantalone per ciccioni e resto in boxer neri. Boato in Transatlantico». Una robusta dose di autoironia ha permesso al blogger di non trasformare la clamorosa debacle in una Caporetto. «Immaginavo che tu avresti assunto iniziative innovative e spiazzanti ma non pensavo fino a questo punto» ha scherzosamente osservato Antonello Giacomelli, suo collega di partito. «Certo che Mario Adinolfi cala le braghe già il secondo giorno..» ironizza il deputato centrista Roberto Rao. «Segnalo che in boxer neri mantenevo decisamente un certa eleganza (e ho notato il turbamento di Rosi)» è la pronta risposta di Adinolfi.

Che oltre alla gaffe da negozio di intimo, da quando è entrato in aula ha iniziato, da pugnace sostenitore del web e dell’open data qual è, ad utilizzare massicciamente l’hashtag #opencamera. Una significativa eccezione alle ferree regole adinolfiane. Recano l’etichetta dell’hashtag lanciato dal Democratico Andrea Sarubbi tweet seriosi come «Parla la Fornero. Le generazioni più giovani la ricorderanno come prezioso alleato riformista. Una benefattrice». Ma anche ammissioni da neofita: «Abbiamo votato solo quaranta emendamenti sulla protezione civile. Ma quanti so’?». Tweet dall’eco non banale. Sono 45mila i followers di Adinolfi. Che da par suo segue oltre 30mila profili.

@spinozait
Ha bisogno di presentazioni il miglior sito di satira italiano? L’unico articolo che non impoverisca le battute di quello che su Twitter si definisce “un blog serissimo”, è dare conto delle migliori battute tweettate dallo staff negli ultimi giorni. Si comincia dalla “nuovissima” infrastruttura del trasporto urbano della capitale. «Roma, un imprevisto blocca la metro B1. Si cerca lo sconsiderato che ha sputato la gomma sui binari». «Roma, già bloccata la nuova linea B1. Pare che sul percorso ci fossero degli antichissimi vagoni». «Inaugurata la metro B1 di Roma. Per realizzarla è bastato unire le buche». Si prosegue con il Vatikanleaks e il Papa. «Ratzinger: “Colpito e addolorato”. Il tizio si era venduto anche le coordinate della battaglia navale». «Il Papa: “Privilegiate sempre l’essere all’avere”. Ok, sei rotto il cazzo». Anche il terremoto diventa oggetto della pungente ironia dei tweet. «La prima casa antisismica italiana è stata costruita nel 1570. Dai, facciamone un’altra!». «Terremoto, disagi per oltre centomila anziani. Il boccino continua a spostarsi». «Napolitano: “Dedicheremo le celebrazioni del 2 giugno alla memoria delle vittime”. Una parata di culo». Immancabile l’intervento a gamba tesa sulla questione degli omosessuali nella nazionale di calcio. «Cecchi Paone: “In nazionale ci sono due gay, un bisessuale e tre metrosexual”. Io almeno un centravanti me lo sarei portato». Il calcio è un altro argomento gustoso per i picconatori di Spinoza. «La nazionale italiana andrà ad Auschwitz. E hanno patteggiato!». «Gigi Buffon gave 1.5 million euro to a tobacconist. He bought a lot of matches».

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 02:48