Il restyling leghista incorona Bobo

Il Senatùr è sempre più solo. Ufficiosamente, infatti, resta lui l'anima del Carroccio, ma in realtà in via Bellerio si è già voltata pagina e si attende l'incoronazione del nuovo segretario, Roberto Maroni, che avverrà all'inizio dell'estate durante il congresso federale di giugno. Appuntamento che si preannuncia come quello della grande svolta leghista.

Anche il quotidiano la Padania ha sancito la leadership dell'ex ministro dell'Interno. "Uniti intorno a Maroni" è stato il titolo di prima pagina del foglio leghista di ieri che ha confermato la vittoria, ammesso che ancora non fosse chiara a tutti, della linea indicata da Roberto Maroni, ormai candidato unico al posto di segretario federale del partito. E il sottotitolo ha specificato: «Dopo il Consiglio federale: Bossi, io presidente fondatore, lui segretario. Il movimento avrà anche tre vice territoriali, di cui un vicario». Secondo quanto sta emergendo in queste ore da via Bellerio, inoltre, i vice saranno tre. In primis il sindaco di Verona, Flavio Tosi, una sorta di primus inter pares, per dare così voce alla Liga Veneta che sta spingendo, alla luce dei recenti risultati elettorali, per avere più spazio nel movimento. Gli altri due sono Gianluca Pini, riconfermato segretario della Lega in Emilia Romagna, e il governatore piemontese Roberto Cota. Insomma anche il quotidiano leghista ha confermato, obtorto collo, avendo sempre avuto una linea bossiana, quello che ormai a tutti pare chiaro: a circa un mese e mezzo dal Congresso federale in cui verrà decisa la nuova struttura di comando della Lega, è Roberto Maroni il leader in pectore. Per l'ex leader Bossi resterà la carica di presidente fondatore. Ruolo che, allo stato delle cose, come viene fatto notare da chi sta sostenendo un rinnovamento radicale, nel Carroccio non esiste e conterebbe comunque poco o nulla.

Eppure Umberto Bossi soltanto pochi giorni fa aveva detto e ripetuto che si sarebbe ricandidato "per forza" alla guida della Lega per evitare laceranti divisioni. 

Il passo indietro del Senatùr, al termine di un braccio di ferro tra i vertici della Lega che dura da settimane, è stato comunicato dallo stesso Bossi. «Lega unita al Congresso federale» assicura ancora la Padania: «Il Senatùr ha insistito sull'unità del Movimento, perché soltanto una Lega unita è in grado di vincere la sua battaglia politica e realizzare quel cambiamento rivoluzionario che condurrà alla Padania».

Aggiornato il 04 aprile 2017 alle ore 15:55