Siamo nelle mani della Banca centrale

Siamo ormai completamente nelle mani della Bce, appesi agli interventi continui, che coraggiosamente Draghi insiste nel fare, con la speranza che il Governo capisca quel che c’è da capire. Va da sé, che i provvedimenti anticonvenzionali di Eurotower obblighino lo spread a stare basso, consentendoci così forti risparmi sugli oneri al servizio del debito e dunque di respirare un po’. E’ però altrettanto vero, che il doppio effetto, basso spread ed euro debole, frutto delle manovre della banca centrale europea, non possa essere ne eterno e ne la soluzione della nostra drammatica crisi.

Dunque, in assenza di azioni di governo veramente coraggiose e straordinarie, il baratro ed il commissariamento, effettivo o presunto tale, sono davvero dietro l’angolo. Del resto, Draghi ha parlato molto chiaramente e la sua disponibilità a dare il massimo nel giro di qualche mese, dovrà fermarsi, a quel punto se in Italia non saranno scattate le iniziative assolutamente indispensabili ad invertire la rotta, la Bce si tirerà fuori e per noi scatterà il conto alla rovescia. Questa è la realtà, questo è il quadro, mentre ci avviamo ad una fine del 2014 pessima, nera e con i conti che sballano di 20/25 miliardi. Inoltre, la raffica di tasse che sono attese entro il 31 dicembre, soffocheranno ancora di più ogni anelito di consumo, di investimento e di fiducia.

Per non considerare poi, quell’immenso contenzioso fiscale, difficile da sbrogliare e che da solo basta a stroncare ogni pensiero, seppure minimo, di allargare un po’ la borsa della spesa. In un tale paradiso, con un debito che, letteralmente, entra in orbita, con una disoccupazione devastante, una frattura fra Stato e contribuenti al limite del sopportabile, Governo e Parlamento annaspano su tutto e manifestano una incapacità sconfortante. Non si capisce infatti, con quale responsabilità si continuino a ritardare iniziative shock per l’economia, dismissioni per diminuire il debito, interventi per decapitare la burocrazia, soluzioni per le liti fiscali ed azioni per il carico impositivo, a vantaggio di insulse dispute fra correnti, partiti, gruppi parlamentari. Basterebbe per questo osservare quel che sta accadendo per il Consiglio superiore della magistratura.

L’ Italia e gli italiani sono stanchi, statici, fermi, inchiodati e ripiegati nello scoraggio e nella paura, il clima è di sfiducia e di pessimismo, ritardare l’attivazione di interventi forti, drastici e coraggiosi, oltreché esiziale sarebbe assai pericoloso. Purtroppo, il futuro che ci aspetta sarà tutto tranne che roseo, crescita, lavoro e sviluppo non arrivano per decreto, se non si restituisce il sonno e la speranza alla gente e alle aziende. Un clima di pace e di fiducia fra Stato e sistema paese sarebbe elemento fondamentale per rimettere in moto l’Italia. E’ necessario capire questo altrimenti nulla potrà muoversi per il meglio. Consigli, suggerimenti, proposte di persone autorevolmente esperte, sono arrivati a tonnellate alle orecchie del Premier, segnali ed appelli sono giunti da ogni parte sulla scrivania di Renzi, guardarli con un po’ di considerazione ed umiltà sarebbe un buon inizio.

Oltre che Draghi, lo stesso governatore, Visco ha sottolineato la mancanza di tempo e lo ha fatto con dovizia di particolari e solo gli sprovveduti potrebbero continuare ad ignorarli e a snobbarli. Per parte nostra ci uniamo al coro, nella speranza, che più alta e vasta è la voce e più è sperabile che la si ascolti.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:05