Tasse, dopo la scorza  resta solo il macero!

Perdiamo pure tutte le speranze, da noi una politica fiscale illuminata non è e non sarà possibile, del resto quando un Paese è per decenni governato da una classe politica mediocre, egoista, piuttosto corrotta, faccendiera e in buona parte sotto colta , c’è poco da fare. L’espansione a dismisura del debito italiano, nasce non già dall’evasione, che pure esiste e va combattuta, ma da anni e anni di scandali, leggi di sperperi, leggi fatte a favore di pochi, ruberie, connivenze affaristiche, appalti truccati e sprechi di ogni genere. Basterebbe per questo ripercorrere gli atti e i fatti dagli anni 90 ad oggi, per stilare un computo preciso e puntuale, di come il buco nei conti si sia ingigantito come l’universo di Einstein, è tutto decifrabile e identificabile con puntualità. Dunque, l’Italia è arrivata al ciglio dell’inferno, per colpa esclusiva del malgoverno e della mala politica, questa è la vera realtà che si cerca di nascondere ipocritamente sotto il titolo dell’evasione.

Come se non bastasse nel corso degli ultimi 30 anni, più si sperperava e dissipava e più si cercava disperatamente e dissennatamente di tappare i buchi con nuove ed improponibili imposizioni fiscali. Il ragionamento è stato sempre questo, mancano 10 o 20 o 30 miliardi? Bene aumentiamo le tasse, ma per quanto tale ossessiva rincorsa sia stata attuata, gli sprechi e gli scandali erano talmente incontenibili da non poter essere tappati in alcun modo. Infatti, il risultato che oggi vediamo, è quello di un Paese che è contemporaneamente tra i più tartassati al mondo e tra i più indebitati al mondo. Un capolavoro tutto italiano realizzato dalla classe politica italiana. Ciliegina sulla torta è stata poi quella di rendere così persecutoria la riscossione fiscale, vista la fame e la voracità di danaro dello Stato, da riuscire a creare una frattura e un odio totale definitivo, fra contribuenti e Stato.

L’Italia oggi è tra i paesi con il più alto tasso di sfiducia ed antagonismo tra la gente e l’amministrazione. Siamo dunque un albero storto e questo albero sotto il peso di una crisi senza precedenti, di un patto europeo folle ed antistorico, di una esasperazione sociale al limite della rivolta, sta lì lì per schiantarsi. Per evitare questo, scelleratamente gli ultimi tre governi, hanno insistito con un terrorismo fiscale, disperato, antieconomico, demenziale. Con Renzi, stiamo poi passando dalla tragedia alla farsa, basterebbe per questo seguire attentamente la legge di stabilità per capirlo, a partire, dalla storia del canone RAI. Per non parlare della sibillina riduzione Irap, solo a vantaggio di poche grandi imprese, che considerata la furbizia italiana, se ne gioveranno magari, non per ridurre i costi e i prezzi finali, ma in qualche modo per aggiustarsi al meglio gli sbilanci, come a dire, intanto tappiamo qualche buco e poi si vedrà se occupare o meno. Altro che rilancio della competitività, della produzione e delle assunzioni.

La produzione si rilancia aumentando i consumi e questi aumentano solo se la gente ha più soldi in tasca e più serenità in testa, altrimenti non c’è storiella che tenga, bisogna diminuire tutto il carico fiscale, sulle persone e sulle attività e bisogna farlo energicamente. Con questi provvedimenti il fisco non diventerà mai amico anzi, si rischia l’ammutinamento altro che bonus e precompilato, scemenze. Serve un nuovo patto tra fisco e cittadini, per farlo e farlo bene, serve innanzitutto un provvedimento di pacificazione, serve l’eliminazione di tasse sciagurate, serve di spostare la fiscalità dalle persone alle cose, serve il conflitto di interesse, serve di eliminare le sovrapposizioni che con le addizionali locali rendono impossibile di farcela a pagare. Siamo diventati una fornace inesauribile di imposte e i capi fuochisti sono proprio gli enti locali, che per primi hanno contribuito alla creazione del buco nero nei conti.

Non esiste terza via, o si risolve il nodo fiscale con una riforma totale pacificatrice e semplificatrice, o l’Italia si fermerà definitivamente. Non crediamo che la politica, specie questa, saprà trovare il coraggio per farlo, crediamo che da fuori ci ribalteranno il tavolo e tutto sommato potrebbe essere l’unico modo per ricominciare ad essere padroni del nostro futuro, per come siamo messi non è l’Europa a farci paura, ma solamente chi ci ha governato e chi ci governa.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:03