Se la Lega è il pericolo   figuriamoci Renzi...

Non ci siamo caro Cacciari, non ci siamo proprio, il grave pericolo di quella che lei chiama “destra destra”, riferito alla Lega, lo vede solo lei. Vogliamo premettere che, pur non pensandola allo stesso modo, apprezziamo Massimo Cacciari, uomo indiscutibilmente fuori dal comune per stile e preparazione culturale. Detto questo, bisognerebbe intanto chiarire il “destra-destra” del professore, che per quel che appare segnerebbe una atomizzazione delle ideologie nostrane, in “sinistra-sinistra”, sinistra e centrosinistra da una parte, “destra-destra”, destra e centrodestra dall’altra.

Va da sé che uno schema simile consentirebbe a chiunque di continuare a distinguere all’infinito per arrivare a giustificare cellule di pericolo in essere che, francamente, ci sembra a dir poco esagerato. Gli estremismi purtroppo sono sempre esistiti, ma paragonare la Lega, specialmente quella di Salvini, ad uno di questi, rappresenta una banalizzazione radical chic che non sta in piedi. Anche perché in passato la Lega ha dato al Paese presidenti della Camera, ministri e posizioni istituzionali di rilievo, senza che per questo si siano verificate possibilità di sovversioni costituzionali. Oggi poi, con Salvini, Tosi e Zaia la Lega ha saputo modificarsi in alcuni atteggiamenti di indipendentismo secco, a favore di una interpretazione diversa del senso di unità del Paese, dal nord al sud. Del resto il professore non dimenticherà certo il lungo e ancora oggi travagliato percorso che l’ex Pci ha dovuto compiere per accreditarsi pienamente nell’immaginario democratico italiano. Se ricordiamo male, lo stesso Massimo D’Alema ammise di aver lanciato in gioventù qualche molotov, eppure divenne Presidente del Consiglio. Dunque, se il concetto di pericolosa “destra-destra” si riferisce alla Lega ed a Salvini che la rappresenta, siamo fuori delle righe. A meno che, come spesso accade, nella sinistra cosiddetta illuminata, al semplice apparire di qualche politica determinatamente contraria alla sua, si gridi al pericolo e all’allarme democratico.

Infatti, negli ultimi vent'anni, di questi appelli ne sono stati fatti tanti; Berlusconi, Fini, Grillo e oggi Salvini, tutti pericoli per la stabilità del Paese. Una sorta di complesso freudiano della sinistra che, annusando odor di sconfitta e di alternativa, scorge nell’altro la rappresentazione di se stessa o almeno di un pezzo del suo passato. Per noi le cose stanno diversamente, così come gli eredi del Pci hanno conquistato, consapevolmente, la socialdemocrazia, altrettanto la Lega, dai fucili e i bastoni di Bossi (più ridicoli che veri), è passata dal secessionismo all’unitarismo, interpretando un malessere e un malcontento profondo che pervade l’Italia da Milano a Catania.

Del resto, Cacciari dovrà pur riconoscere come le battaglie politiche si esplichino nella conquista degli elettori stufi, indignati, e magari esasperati dalle scelte dei governi in carica. L’astensionismo attuale è gravissimo, una bomba politica errante, che il Governo Renzi è riuscito ad innescare come nessuno prima. Anni fa il Movimento Nordista veniva definito una costola della sinistra, che oggi possa essere “destra destra” è veramente suggestivo, almeno che non ci si voglia dire quanto persino Mussolini fosse di sinistra, ma qui non si annunciano sfilate su Roma ne distribuzioni di olio di ricino, dunque, caro professore non esageriamo! Piuttosto, prendiamocela con Renzi e Berlusconi, che hanno fatto un inciucio pazzesco, consentendo al primo di fare il Premier a dispetto dei Santi e soprattutto del voto degli italiani.

La gente è stanca, non c’è lavoro e le aziende chiudono, aumenta il debito e le tasse, diminuisce il Pil, siamo inondati da un’immigrazione che non possiamo sostenere. Da mesi Renzi promette favole e consegna incubi, assicura vittorie e concretizza sconfitte economiche e sociali, garantisce riforme e non ne realizza una, ecco perché scende il Pd mentre salgono l'astensionismo e la Lega. Serve una alternativa, serve alla gente, al Paese, alla democrazia. Ben vengano allora i vari Salvini, Tosi e Zaia e Maroni; gli italiani aspettano volentieri che dichiarino, magari più chiaramente, programmi e rimedi per fa risollevare il Paese.  

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:20