C’era una volta e adesso non c’è più

Non sappiamo a cosa voglia riferirsi il bravo e capace amico Renato Brunetta quando afferma che, con il ritorno in campo di Silvio Berlusconi, tutto in Forza Italia tornerà bello come prima.

Parliamoci chiaro, del Popolo della Libertà di allora e di Forza Italia non c’è più niente e se davvero Berlusconi vuole tornare dovrà inventarsi qualche miracolo politico, qualcosa di veramente nuovo per riconquistare il voto degli italiani. Troppi errori, caro Renato, troppe liti, troppi smottamenti e soprattutto troppi tradimenti si sono susseguiti, per rimettere in sesto quel che è stato. Da Monti in giù si è sbagliato sempre, a partire dalle larghe intese, seguire Letta e Verdini è stata una follia, un suicidio politico ed elettorale; è stato come cancellare vent’anni di storia, di idee e di programmi.

Che fine ha fatto la tassa sulla casa, su Equitalia, sullo Stato minimo, sulla giustizia, sull’Europa strozzina, sul cappio al collo della democrazia? È bastato Monti prima e il Nazareno, poi, per cancellare tutto in un colpo solo. Berlusconi doveva avversare Monti e non lo ha fatto, contro le patrimoniali del genio bocconiano doveva fare barricate in Parlamento, per non parlare di Renzi e dello scellerato patto fatto con lui, che ha portato addosso agli italiani la Tasi, l’imposta sui risparmi, la valanga delle addizionali e tutta la serie di persecuzioni fiscali.

Accettare i consigli di Letta e di Verdini è costato un patrimonio di consensi ed ha svuotato le tasche agli italiani e ora, diciamocela tutta, sanare il malfatto mettendoci una pezza a colori è semplicemente impensabile. È vero che la gente ha un cuore grande e considera Berlusconi un leone, un battagliero che può ancora dare, ma non con Forza Italia, per ripartire ora occorre anche Salvini. Bisogna ripartire dalle tasse, dalla giustizia che non funziona, dalla democrazia dell’alternanza e dal bipolarismo, quello vero. Bisogna rilanciare il presidenzialismo, l’abolizione delle municipalizzate e degli enti locali inutili, proporre la pace fra Stato e contribuenti, cambiare l’Europa e gestire il problema dell’immigrazione. Si deve ripartire dai programmi e dalle idee, caro Brunetta, e non da chi fa cosa, perché sostituire qualcuno non serve a niente.

Il vero ruolo che il Cavaliere potrebbe avere, se davvero lo volesse, è di rifondare come padre putativo un polo antagonista e alternativo a questo cattocomunismo impertinente, dannoso, ipocrita e invadente. Berlusconi potrebbe lanciare una liberaldemocrazia e spingere Salvini a migliorare il progetto, la squadra e la nuova via. Solo così il Cavaliere potrà tornare in campo e sfruttare il consenso che mantiene, il resto sono chiacchiere. Con il 10 per cento si conta relativamente e sbagliando ancora si evapora del tutto; è la scelta di campo quella che serve, quella famosa che c’era una volta e che ora non c’è più, serve di stare contro Renzi, la sua spavalderia e la pochezza delle sue proposte, serve di opporsi e seriamente, perché Renzi è una bolla di sapone che a forza di dargli retta è diventato roccia.

Noi ci auguriamo che Silvio ce la faccia!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:21