Non ci crediamo più

È sul significato di “moderati” che ci si dovrebbe intendere, perché troppa demagogia ci gira intorno dall’una e dall’altra parte dell’intellettualismo italiano. Da mesi e mesi, infatti, assistiamo ad un bombardamento mediatico di tipo atomico sul fatto che un certo modo di pensare nel centrodestra, o meglio di quel che resta del centrodestra, sia non moderato, anzi piuttosto scalmanato se non addirittura fascista. Sull’uso del termine fascista, poi, oramai viene da ridere. Tutti ricorderanno che anche Silvio Berlusconi fu aggettivato così, come furono così additati i suoi governi all’interno dei quali invece militavano socialisti, liberali, cattolici, repubblicani seppur assieme ad esponenti della cosiddetta destra storica. Nell’armamentario dialettico dei cattocomunisti, dare del fascista all’avversario è cosa inflazionata da decenni, così come indicarlo quale pericoloso eversore, magari razzista e xenofobo. Per tali motivi in questo ultimo anno il semplice fatto che la Lega, i Fratelli d’Italia e altri pezzi del pensiero anticattocomunista abbiano iniziato a raccogliere consensi copiosamente ha fatto scattare il ridicolo allarme del pericolo fascista, autoritario e non moderato.

A parte la semplice considerazione che la stragrande parte di quelli che oggi gridano e scrivono di tale rischio si dimenticano di essere ex o postcomunisti, cioè aderenti a quell’ideale all’acqua di rose che usava caramelle e dolcetti con chi non la pensava così, per non parlare del triangolo rosso, della Siberia, dei gulag, delle foibe, del muro di Berlino, del patto di Varsavia e di tante altre delicatezze dei regimi comunisti e della politica comunista. Ma se questo non bastasse vale ricordare, a suon di quali argomenti il Pci degli Anni Sessanta, Settanta e Ottanta portava avanti le sue campagne elettorali, fino ad arrivare alla “gioiosa macchina da guerra” di Achille Occhetto, che si chiamava così proprio perché tenera, tollerante, moderata e francescana.

Dunque, cercare di far passare quei milioni di italiani - che non ne possono più di una immigrazione selvaggia e incontrollata, di campi rom zeppi di tutto, di uno Stato fiscalmente persecutore, di una criminalità dilagante, dello sfascio dei diritti dei cittadini - per pericolosi fascisti è ipocrita, ridicolo e vergognoso. Inoltre, Renzi e i suoi soldatini e soldatine toccano l’apice quando in tivù tentano di suggestionare l’opinione pubblica, ripetendo a memoria le solite stupidaggini: destra razzista, xenofoba, fascista, autoritaria, ecc. Altrettanto scrive l’informazione di sostegno contro chi fascista non è e non lo è mai stato neanche lontanamente, ma è semplicemente stufo di non essere più padrone della sua patria.

Come se non bastasse, la disinformazione cattocomunista altrettanto si adopera contro chi è esasperato da Equitalia, indicandolo come evasore, contro chi protesta per una giustizia ingiusta, additandolo come eversore, contro chi denuncia una democrazia zoppa e malata, qualificandolo come autoritario nazional popolare. È falso, quei milioni di italiani che sono indignati erano e restano moderati, che però non ci stanno più ad essere calpestati dal fisco, dalla giustizia e dalle leggi demenziali.

Non solo, ma noi diciamo di più, che se poco poco a quei milioni di persone si aggiungessero l’enormità dei rassegnati astensionisti - che cattocomunisti non sono - questo Governo verrebbe cacciato via in un attimo, così come in un attimo sarebbe restituita la democrazia agli italiani. Perché è nello Stato di diritto che crede la gente esasperata, crede nelle prerogative che la Costituzione le assegna e che i governi ultimi le hanno tolto, crede nella convivenza civile e nel primato della legge, quella vera però. Per questo siamo convinti che il tentativo fallirà. Gli italiani sono troppo stufi per abboccare alla favoletta del pericolo fascista dei non moderati. A tirare la corda finisce che si spezza.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:14