La volata finale dipenderà da noi

Continuando così la sfida finale non potrà che essere fra Matteo Renzi e Beppe Grillo e le prossime amministrative ne potrebbero testimoniare la prova generale. Sia chiaro che questa riflessione non nasce dall’episodio-Verdini, che può aver sorpreso solo gli sciocchi o gli ipocriti, ma da tutto un andazzo del centrodestra che più si va avanti e più peggiora.

Era infatti ovvio, che Denis Verdini scegliesse Renzi, perché l’ex colonello di Silvio Berlusconi la scelta l’aveva fatta già qualche anno fa, quando fu proprio lui ad accreditare presso il Cavaliere quello che allora era il sindaco di Firenze. Fu Verdini ad organizzare l’incontro ad Arcore ed è stato sempre Verdini a comporre, con il supporto di Gianni Letta, la strategia del Nazareno, interrotta poi da Berlusconi dopo il cosiddetto schiaffo per l’elezione di Sergio Mattarella al Colle. In realtà quella strategia, il famoso Patto, andava, nella testa degli ideatori, ben oltre l’accordo sulle riforme e prevedeva un percorso che avrebbe dovuto concludersi con la nascita dell’ipotetico Partito della Nazione. Renzi, nell’idea primigenia, doveva scremare dal Pd le minoranze più sinistrorse e forcaiole, dall’altra parte il centrodestra doveva liberarsi della Lega e della destra più cocciuta.

I risultati di questa operazione con i numeri di allora avrebbero condotto alla formazione di un partito con percentuali ben oltre il quaranta per cento, in grado, dunque, di governare anche grazie all’Italicum per lustri e lustri. È così che più o meno nasce l’accordo Renzi-Verdini, un binomio legato da tempo, da quando cioè Renzi era Presidente della Provincia e vedeva i due molto sintonizzati su tante e per tante cose. Per carità nulla di strano, nel nostro Paese il trasversalismo è antico come il cucco, per farsene un’idea basta pensare al cattocomunismo che da sempre ci pervade. A questo punto che ci siano strategie comuni fra uomini di apparentemente opposte posizioni in Italia non deve sorprendere.

In tutto questo, infatti, l’unica vera sorpresa è stata la rottura del Patto da parte di Berlusconi che, evidentemente fiutando all’improvviso puzza di bruciato e osservando accadimenti e sondaggi personali, ha deciso di riprendersi partito e autonomia. Scelta giusta però tardiva e confusa, tant’è vero che nonostante questo Forza Italia ha continuato a scendere nelle preferenze degli elettori contrari all’accordo e sfiduciati dalla rappresentanza. Detto ciò, Renzi da una parte e Verdini dall’altra hanno comunque continuato a lavorare al progetto iniziale e, visti i risultati odierni, dal loro punto di vista hanno fatto bene. Il Premier procede a tavoletta con le sue iniziative roboanti che se poco a poco gli andassero a segno, con l’Italia in artificiale ripresa, tornerebbe a fare il pieno di fiducia. Verdini, dal suo canto, gli garantisce l’appoggio di un discreto drappello di parlamentari eletti nel centrodestra e la barca governativa naviga indisturbata. Come se non bastasse l’Esecutivo può contare sull’Ncd, oramai stabilmente al suo servizio e funzionale a quell’area, e dunque tutti i presupposti per tornare all’idea del partitone stile Dc ci stanno e per certi versi ci stanno bene.

Guardiamo i fatti, nel centrodestra la situazione è sconfortante, persino nella Lega dopo l’affare Tosi si profila quello Maroni; dentro Fratelli d’Italia pare si stia iniziando una sorta di resa dei conti fra ex An e Giorgia Meloni; in Forza Italia, se possibile, la situazione di scontri e litigi è ancora peggio. Dunque il centrodestra è più che mai allo sbando, tant’è vero che lo stesso Renzi nelle sue interviste lo dichiara e lo sottolinea a chiare lettere e senza pudore. Ecco perché diciamo che continuando così il vero e unico competitor di Renzi non potrà che essere il Movimento 5Stelle, che nei sondaggi infatti cresce sempre di più.

Certo, l’ipotesi suggestiva che Matteo Salvini, stufo dei litigi, tenti il colpaccio parlando con i grillini per trovare un accordo pur di cacciare Renzi esiste e se si trovasse dai numeri che hanno sarebbe strike. Le prossime elezioni amministrative ci sveleranno tante cose a partire dalla fine del centrodestra, prepariamoci dunque e pensiamoci bene stavolta il risultato del nostro voto determinerà la politica dei prossimi vent’anni.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:36