La politica per censo

Uno dei temi che di questi tempi più attanaglia sia la sinistra che il centrodestra è l’assenza di una leadership autorevole in grado di sostituire Matteo Renzi o che possa succedere a Silvio Berlusconi.

Tutto vero. Chiediamoci, però, quale è la vera causa di una situazione del genere che rischia di bloccare il nostro sistema democratico . Il vero responsabile, del quale nessuno ama parlarne, è il sistema elettorale inaugurato nella Seconda Repubblica con le liste bloccate e, quindi, con parlamentari “nominati” dai capi partito. Nomine avvenute, spesso, premiando da un lato la “fedeltà” (rivelatasi in seguito dalle cronache del Palazzo, solo presunta) a chi ha composto le liste garantendo l’elezione, dall’altro ignorando la cosiddetta “meritocrazia” per essere tranquilli di non avere successori adeguati.

Ci troviamo, così, con parlamentari senza alcun legame con gli elettori ed il territorio, con una classe dirigente non all’altezza della gravità della crisi sociale, economica, ideale del Paese e con un calo ovvio dell’autorevolezza della Politica. La motivazione della esclusione delle preferenze è stata quella di non volere campagne elettorali che avrebbero alimentato la corruzione dei candidati interessati a spese esorbitanti. Convincimento, questo, strumentale ed ipocrita. Non a caso, nel 2009, furono i nominati ad impedire a Berlusconi di immaginare liste “bloccate” per il Parlamento europeo per avere, come in gran parte degli altri Paesi dell’Unione, una rappresentanza stabile in grado di difendere compiutamente gli interessi dell’Italia. Gli altri Paesi, infatti, con le liste senza preferenze hanno europarlamentari con più legislature, capaci di conoscere a fondo la terribile struttura burocratica di Bruxelles e a trarne, per questo, maggiori vantaggi per la Nazione di provenienza, senza doversi curare del territorio, spesso abitando permanentemente in Belgio.

Strumentale ed ipocrita perché l’elezione di un parlamentare europeo di estrazione italiana, oltre ad avere macro collegi elettorali (da 2 fino a 4 Regioni) richiede un numero di preferenze da 40mila a 120mila e malgrado questo nessuno di loro, nel corso della mia legislatura (2009-2014) è stato coinvolto in vicende giudiziarie. Al contrario della folta schiera di parlamentari “nominati” oggetto di attenzione dei magistrati italiani. Ciò dimostra che la moralità è individuale e non dipende dalle preferenze o meno che ti consentono di rappresentare le Istituzioni.

Potrà cambiare questo stato di cose? L’Italicum, pur avendo 100 parlamentari sicuramente eletti perché capilista bloccati - sicuramente ci saranno i capi (?) di partito e i loro affiliati – è vero che prevede per gli altri in lista le “preferenze” ma questo significa che gran parte degli attuali uscenti non saranno rieletti perché non rappresentano niente e nessuno. Di qui la vera preoccupazione di molti e la ragione per la quale l’attuale legislatura verrà tenuta in piedi fino alla naturale scadenza del 2018. Questo significa anche che, non avendo creato in questi anni ambienti idonei per una selezione meritocratica della classe dirigente locale e nazionale, i nuovi subentranti non solo non avranno le caratteristiche di possibili leader, ma saranno sicuramente persone della cosiddetta società civile o imprenditoriale con grandi capacità economiche, visto che i contributi elettorali dello Stato ai partiti sono stati aboliti.

Insomma, ci si avvia ad una politica per censo con buona pace della nostra democrazia. A tal proposito vale la pena ricordare H. Beauchesne che ha scritto nella sua Storia della Psicopatologia: “Chi crede che con il denaro si possa fare tutto è indubbiamente interessato a fare di tutto per il denaro”.

(*) Membro Political Assembly PPE a Bruxelles

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:02