“Rimborsopoli”: parla Roberto Cota

Roberto Cota, ex presidente della Regione Piemonte, è stato assolto dal Tribunale di Torino dal recente processo denominato “Rimborsopoli”. Le indagini iniziarono a settembre del 2012 in seguito ad un controllo effettuato dalla Guardia di finanza coordinato dalla Procura di Torino; da allora iniziarono vari procedimenti nei confronti dei consiglieri della Regione Piemonte: le posizioni di alcuni indagati vennero archiviate; per altri venne chiesto il rinvio a giudizio. Cota in questa intervista parlerà della sua assoluzione “perché il fatto non sussiste” e illustrerà i punti chiave dell’intera vicenda giudiziaria.

Come si è sentito appena ha appreso della sua assoluzione?

Felice, naturalmente. Durante la lettura della sentenza ero fuori dall’aula del Tribunale; il mio avvocato mi ha telefonato per avvisarmi della bella notizia, poi ho avvisato mia moglie.

Era fiducioso o temeva il peggio?

Ero sicuro della mia innocenza, speravo nell’assoluzione, ma, ovviamente, avevo anche un po’ di ansia perché sono stati 4 anni pesanti, un vero incubo. Quando sono stato assolto mi sono liberato di un macigno e di questa storia “folle” delle mutande verdi.

Può spiegarci bene la vicenda?

È nato tutto da un attacco mediatico: per lunghi periodi il quotidiano “la Repubblica” non ha fatto altro che montare questa storia.

Ma non era vero...

No, questa cosa è già stata spiegata mille volte. Adesso sono stato assolto; in realtà non si trattava di mutande ma di pantaloncini e neanche verdi, uno scontrino di pochi euro inserito per errore, ma la contabilità era già stata rettificata, prima ancora dell’emissione dell’avviso di garanzia.

Ma perché tutto questo? E perché questa vicenda dura da anni?

Credo non sia stato giusto aver dovuto attendere così tanto tempo dopo aver chiesto ed ottenuto il giudizio immediato; e credo che i pubblici ministeri avrebbero dovuto chiedere subito l’archiviazione, come hanno fatto nei confronti di alcuni esponenti della sinistra. Detto questo, un certo sistema di potere ha fatto di tutto per rendermi la vita difficile utilizzando poi mediaticamente questa montatura delle mutande verdi. Sono stato oggetto di attacchi mediatici fin dal giorno del mio insediamento come Governatore del Piemonte. Sono state annullate le elezioni della mia Regione per qualcosa di incomprensibile: si trattava di una questione formale che riguardava il luogo di autenticazione dei candidati di una lista che non riguardava il mio listino del presidente e non riguardava neanche la lista della Lega. I voti li avevo presi: le persone mi avevano votato. In seguito Sergio Chiamparino si è messo in pista senza avversari, comodo vincere così le elezioni...

Se si andasse nuovamente ad elezioni lei potrebbe candidarsi di nuovo come governatore?

Guardi, oggi faccio l’avvocato, non so, neanche ci penso: il mio problema è stato quello di stabilire la verità in merito alla mia assoluzione. Bisogna fare qualcosa affinché queste vicende non debbano più ripetersi, il voto degli elettori deve essere salvaguardato e poi i giornalisti devono darsi delle regole, forse basterebbe applicare le regole deontologiche già esistenti. Per quanto mi riguarda, ho sempre lavorato nella vita: sono un avvocato penalista, mi piace il mio lavoro e per il futuro politico si vedrà.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:02