Non giocate a flipper o si mette male

Escludendo i Cinque Stelle, sui quali ogni commento equivarrebbe all’inutile impiego di tempo, vista la quantità di ipocrisia e inaffidabilità che continua a venire a galla da quelle parti, sul resto c’è tanto da dire. Anzi, a dire il vero una rapida chiosa sui grillini va fatta, tant’è che per il momento hanno già rinunciato al reddito di cittadinanza, così come ai loro ministri, bruciati sull’altare dell’arroganza. Tant’è vero che dopo aver consumato il rito di una lista offerta a un palcoscenico costituzionalmente imprevisto, si predispongono oggi ad alleanze e condivisioni degne della miglior Prima Repubblica, altro che terza!

Quello che invece preoccupa di più è il flipper che si va innescando fra tutti gli altri, a partire dal centrodestra e da Matteo Renzi, che insiste a fare il furbo. Qualche giorno fa, all’indomani del voto avevamo consigliato calma e gesso, intendendo così di suggerire, visto che il trentasette per cento è tanto ma non basta, buon senso e realpolitik. In questi casi, infatti, a poco serve cercare di serrare un bullone con le pinzette da sopracciglia, per farlo (ammesso che si voglia) serve l’attrezzo adatto. Ecco perché, piaccia o no, il centrodestra, a partire da Matteo Salvini, per trovare i numeri che mancano qualche apertura deve farla.

A tal proposito, la cosiddetta realpolitik insegna che stemperare alcune posizioni e smussare alcune acutezze non significa tradire gli elettori, ma utilizzare il buon senso per portarli “ a dama” . Del resto la storia della politica stabilisce che in ogni programma elettorale, anche il più determinato, c’è qualcosa di irrinunciabile, qualcosa di auspicabile e qualcosa di trattabile.

Dunque realpolitik significa riuscire a governare consegnando all’elettorato il massimo possibile di ciò che si è promesso prima del voto. Ecco perché intestardirsi per non offrirgli nulla non significa essere coerenti, ma privi di buon senso.

Insomma, il centrodestra, Salvini in testa, deve essere pronto anziché al gioco del flipper a quello degli scacchi, dove il silenzio è d’obbligo. Oltretutto, e qui viene il pericolo, siccome l’Italia non è messa nemmeno lontanamente come ci è stata descritta dal Governo della maggioranza uscente, il rischio di un altro “ Mario Monti “  è altissimo. Qualora Sergio Mattarella, infatti, si stancasse di un flipper ridicolo, si risolverebbe con certezza a chiamare l’ennesimo salvatore della Patria a disposizione di un’Europa padrona, per formare il cosiddetto governo di scopo. Il risultato?

Inutile a dirsi, basterebbe ricordare le mazzate di Monti per tornare tutti a riflettere, oppure per andarsene via...

Aggiornato il 14 marzo 2018 alle ore 08:06