L’Uomo forte e le sardine

Secondo una leggenda, gli uomini primitivi avevano la forma di una palla, con due facce, quattro braccia, quattro gambe e due sessi diversi, uno davanti e uno di dietro, ma poiché si odiavano e litigavano sempre fra loro, Zeus, per indebolirli, li tagliò a metà. E fu così che nacque l’amore, perché ciascuna metà cercava una compagna di sesso diverso, per potersi accoppiare e fare figli.

Ebbene oggi da un sondaggio risulta che gli italiani sono divisi esattamente in due metà. Ma forse una è più numerosa dell’altra, perché gran parte degli intervistati, per non essere presi per “fascisti”, non avranno detto la verità. Il cosiddetto “Paese reale”, come già lo chiamava Carducci, non è quello che risulta dai giochi della politica o dai sondaggi. Ma ammettiamo pure che le cose stiano veramente così, visto che gli italiani, essendo scomparsi ormai, praticamente, i piccoli partiti, sono divisi in Sinistra e Destra.

L’ultimo movimento (non un partito, come i Cinque Stelle) spuntato proprio qualche giorno fa, sono le Sardine di Bologna. Un tempo c’era la “Balena bianca”, ovvero la Democrazia Cristiana, ora ci siamo ridotti alle sardine, le quali fanno massa e si affiancano anch’esse alla Sinistra. Gli italiani non hanno alcun confine nella loro perenne divisione: ci si mettono pure le sardine in questo scombinato minestrone. Pretendono di fare le regine fra i pesci e i baccalà della nazione. Le elezioni oramai sono vicine, cresce sempre di più la confusione. Così vanno gridando per le strade: “Bologna non si Lega con lo squalo!” (che sarebbe Matteo Salvini). “Se facciamo massa, come fanno appunto le sardine, contro la Destra, vinceremo noi!”. Bologna mia, fosti una volta la “dotta” e la “grassa”, ora però la tua Sinistra è in calo. La finirà di batter la grancassa.

Recentemente un politico della Sinistra ha detto burbanzoso alla tivù: “Dobbiamo assolutamente fermare l’avanzata della Destra”. Sono sempre gli stessi, dal primo dopoguerra. Il Fascismo praticamente l’hanno creato loro. “Farèm come la Russia, farèm come Lenìn!”, andavano gridando per le strade. Sono stati i primi a volere la dittatura, quella comunista, o bolscevica, vendendo alla Russia la nazione. La smettano dunque di sventolare, con le loro bandiere rosse, questo fantasma (qui non dico altro, per carità di patria, e anche perché altrimenti griderebbero “fascista” pure a me).

Mario Monicelli diceva testualmente: “Il fascismo, più che un fatto politico, in Italia è un fatto ereditario, che si perde nella notte dei tempi. Gli italiani ce l’hanno radicato nel profondo e a tratti erompe a galla inconsciamente, frutto della struttura nazionale, già maturo nell’ultimo decennio dell’Ottocento. Quando nacque come movimento politico, l’Italia era fascista già senza saperlo, e nemmeno dal primo dopoguerra, ma da molto lontano: era un bacillo endemico, nativo, naturale, dell’assetto genetico italiano”.

Dunque noi siamo tutti fascisti, ma, parafrasando Ennio Flaiano, quelli della Sinistra sono più fascisti dei fascisti. Quelli della Destra, infatti, che la Sinistra chiama “porci”, “rozzi”, “incivili”, “ignoranti” e “impresentabili” (questo aggettivo è di Lucia Annunziata), accettano il dialogo, sono più colti (già Carlo Dossi chiamava la Sinistra “illetterata”), sanno che la vita dell’uomo, specialmente la politica, altro non è che un gioco dialettico, in cui pacatamente si discutono, da pari a pari, le proprie opinioni per poi farne la sintesi. Ma gli altri rifiutano il dialogo, si credono depositari della verità, sono testardi, faziosi a priori, contrari solo per partito preso, anche se intimamente sono d’accordo con gli avversari (seguono, insomma, ancora, la lezione di Lenin). “Io con voi non ci parlo!”, disse un giorno alla Destra Rosy Bindi, e Romano Prodi: “Ma voi che cosa siete?”.

Annullando la Destra e la Sinistra, come vogliono alcuni che si faccia, una democrazia non si amministra, ed è per questo che abbiamo due braccia, anche se poi la destra è più precisa, ma senza la sinistra poco fa. Quando entrambe le mani sono congiunte nella preghiera sono in parità: scompaiono gli opposti e le diversità. D’altra parte ci sono anche i mancini: usano la sinistra ed è lo stesso, non sono né ignoranti né cretini. Sinistra o Destra, insomma, sono lo stesso, dipende solo dal punto di vista da cui si guarda: di fronte o di dietro. Il saluto, fascista o comunista, va giudicato con lo stesso metro, la differenza solo in questo sta: che la Destra lo fa con mano tesa, ch’è segno di chiarezza e verità, la Sinistra lo fa col pugno chiuso, ad indicar l’insieme e l’unità. Mettiamo allora insieme queste doti e forse meglio si camminerà. Però ci vuole a capo un uomo “forte”, che non vuol dire affatto “dittatore”, ma forte di carattere, deciso, che faccia solo il bene del Paese.

O Sergio Mattarella (dico a te, ma vale pure per gli altri tuoi pari di cui saremo ancora alla mercé), se dalla Storia qualche cosa impari, sforzati almeno di riconciliare le parti in causa: scaccia questo male che ci affligge ab aeterno e nel parlare lancia anche tu all’Italia qualche strale! Tu non devi rispondere ai partiti, non puoi essere un loro partigiano, devi avere il consenso e i requisiti di tutto quanto il popolo italiano. Un capo dello Stato, nominato non già da tutti quanti gli italiani ma soltanto da Camera e Senato, che gli tirano la giacca e lo manovrano come una marionetta o un burattino, non è un’istituzione democratica. Gli italiani votino loro il capo dello Stato, un personaggio noto, anche al di fuori dei vari partiti, per le sue doti, per le sue virtù, per la sua forza di conciliazione, di concordia, di pace e di unità. Tu non vuoi fare la faccia feroce? Non ne hai la forza, il genio, la natura? O temi forse d’essere scambiato per un novello Duce, un dittatore? Ma buttiamolo via questo fantasma che ancora ci tormenta e ci perseguita, liberiamoci ormai da questa croce alla quale da più di settant’anni siamo tutti inchiodati, come Cristo. Il primo a farlo devi essere tu, non con parole blande, ambigue o false. Dacci un ripasso della nostra storia, ricorda agli italiani i loro errori, le loro divisioni, insomma, scuotili!

Ascolta dunque la voce del popolo, non quella dei furbetti e dei ruffiani. In Italia il popolo “sovrano” è una bugia se non lo si consulta direttamente, come si faceva un tempo in Grecia e nell’antica Roma. Democrazia è il “potere del popolo”, che viene prima del Governo in quanto è lui ch’elegge i suoi rappresentanti. Nel deprecato e “becero” Ventennio, come fanno tutti i capi dello Stato, Mussolini affacciato al suo balcone interrogava il popolo raccolto e traboccante nella grande piazza, gridando forte: “Lo volete voi?”.

Anche tu, dunque, o Mattarella, affacciati al balcone e parla al popolo: vediamo se ti applaude oppure no. Pensa cosa dirà di te la Storia, non i tuoi cortigiani o confratelli, faziosi, pieni d’astio e vanagloria. Fa’ che negli italiani si cancelli l’odio che ormai da secoli li rode. Prima che un’altra peste non ci tocchi fa’ sì che ci pervenga un po’ di lode e il mondo a noi davanti s’inginocchi.

Aggiornato il 10 dicembre 2019 alle ore 10:13