La pace nel mondo non si stabilisce con minacce di sanzioni e confische

La pace nel mondo è creata dalla libertà nel commercio. È così che l’Impero romano è fiorito per mille anni. I romani conquistarono gran parte del Nord Africa durante le guerre puniche, la Grecia e l’Oriente durante i giorni della Repubblica e sotto Giulio Cesare conquistarono tutta l’Europa. Sotto Ottaviano sottomisero l’Egitto. Assoggettarono la Gran Bretagna sotto Claudio e conquistarono i Balcani sotto Traiano. Cosa teneva insieme l’Impero? Era il libero commercio! La famosa espressione “tutte le strade portano a Roma” non si riferisce tanto al sistema infrastrutturale più famoso dell’antichità, quanto alla centralità di una capitale che attirava e univa così tante culture e lingue che beneficiavano del libero scambio. Le terre conquistate diventarono mercati emergenti da dove gli imprenditori privati romani importavano prodotti unici. L’incontro tra Occidente e Oriente, ovvero la globalizzazione, è sintetizzato nell’espressione “prendere la porpora”, che significava diventare imperatore indossando la veste la cui tinta viola proveniva dall’India. Dopo Roma i paramenti viola furono indossati dai sacerdoti per simboleggiare il Cristo Re. Quando ci fu un grave terremoto in Turchia e il panico si estese fino al Foro Romano, la Wall Street dell’epoca, l’imperatore Tiberio creò un fondo di salvataggio per rassicurare i banchieri romani e coniò nuove monete per risollevare l’Asia intera.

La pace nel mondo non si stabilisce con minacce, esibizioni di armamenti, sanzioni o confische. Roma sopravvisse così a lungo per i vantaggi che le province ebbero commerciando con la capitale. Lo sviluppo delle cose è determinato principalmente dall’economia perché, di norma, non si morde la mano di chi ci nutre. Una volta che una parte chiede all’altra di conformarsi alle proprie idee, lo scopo stesso della civiltà cessa. Quando si interrompono i legami economici provocando vittime e alimentando rabbia e ritorsioni, eliminando l’incentivo a lavorare insieme, l’unica cosa che risolve la crisi è la guerra. I nostri leader mondiali ignorano la storia e ora ci hanno messo sulla rotta di una guerra mondiale. La civiltà funziona solo quando prevale la libertà. Una volta che lo Stato di diritto si sgretola a esclusivo beneficio di qualche Governo, lo scopo stesso di creare una civiltà non sussiste più e inizia il decadimento.

Quindi, mentre molti hanno applaudito alla confisca dei beni dei malvagi oligarchi russi senza considerare che imporre il blocco di beni senza dover adire un tribunale è una grave violazione del Diritto internazionale, non hanno pensato che in futuro altre nazioni potranno e useranno questa nuova tattica in altre dispute. I governi non solo possono sequestrare i beni dei loro cittadini, ma avranno anche la possibilità di congelare i capitali internazionali. I diritti di proprietà sono una parte essenziale della vita in una società libera, e il fatto che i governi li calpestino senza una chiara evidenza di illeciti, costituisce un nefasto precedente. Oggi l’ira dei politici occidentali è rivolta contro la Russia ma la prossima volta potrebbe essere qualsiasi altro Paese. In futuro come potrà sentirsi al sicuro chi investirà in una nazione se i suoi beni non saranno protetti? Ciò, ovviamente, comporterà un calo degli investimenti globali. È proprio questo il processo che sembra essere iniziato e non farà che peggiorare nei prossimi anni.

Le sanzioni non hanno mai funzionato nemmeno una volta nella storia e quelle imposte dall’Amministrazione americana e da quella europea hanno gravemente compromesso l’economia mondiale, portando la globalizzazione e la pace nel mondo a un brusco arresto. Il fatto è che i politici di entrambe le Amministrazioni hanno bisogno di una guerra perché hanno fallito su tutto e temono di perdere il potere. I debiti da loro creati sono inadempienti. Il sistema monetario sta collassando. I tassi di interesse negativi in Europa hanno spazzato via risparmi e fondi pensione. Poiché il Covid non è riuscito a produrre una nuova Grande depressione su cui contavano, i politici sono passati alla fase successiva, appunto quella della guerra e per mantenere il potere a ogni costo non esiteranno a fare dei popoli carne da macello. Tutto ciò spiega perché in Occidente non sia emerso nessun presidente “pacificatore”. Con la guerra faranno appello al patriottismo e all’odio per il nemico, allo scopo non solo di avviare il loro programma di ricostruzione totale dell’economia che sarebbe respinto in un periodo di pace e prosperità, ma per installare, con la scusa di una apocalittica emergenza, un programma totalitario in piena regola.

Per giustificare cambiamenti sociali e fiscali significativi hanno quindi bisogno della Terza guerra mondiale. Intanto, predicano la democrazia ai Paesi non allineati con i loro scopi. L’elettore medio occidentale inebetito da questa propaganda non si è ancora accorto che la guerra sarà anche contro di lui.

Aggiornato il 22 aprile 2022 alle ore 19:16