Il centrodestra moderato liberale non è rappresentato

Dopo il colpo della pistola portata nel corso dei festeggiamenti di Capodanno da un parlamentare di Giorgia Meloni, dopo il cognato che fa fermare il treno pubblico a Ciampino, dopo tanti altri comportamenti e azioni molto discutibili, sorge spontanea l’incredulità e soprattutto la “caratura” di chi gli italiani hanno eletto sul fronte del centrodestra. A ciò si unisca il fatto che i prossimi appuntamenti fissati a livello europeo e internazionale (tra i ministri degli Esteri e quelli dell’Economia) – essendo l’Italia a questo “giro” a capo del G7 – sono in luoghi fondamentalmente di vacanza.

Appare abbastanza evidente l’interpretazione che viene data oggi dal centrodestra sulla gestione degli affari interni ed esterni. Non si sono ancora viste politiche industriali effettive, né politiche sociali per il lavoro e la famiglia. Meloni voleva ribaltare l’Europa. Finora lo ha fatto a parole, almeno prima di salire al Governo. Subito dopo si è allineata a Ursula von der Leyen, lasciando gli italiani a osservare, sorpresi, il cambio di guardia. Essere di centrodestra significa non sparare, non essere fascisti, non gravare sulle spalle degli italiani irretiti con false promesse e annunci di politiche mai messe in campo. Per gli incontri istituzionali ci sono gli uffici istituzionali, non gli alberghi e i posti di vacanza. Anche l’immagine vuole la sua parte e qui, finora, abbiamo visto un cammino dove è stato combinato poco. Essere di centrodestra non vuole dire non vedere e far passare tutto, perché dall’altra parte sono financo peggiori. Meloni ricordi cosa sosteneva prima del voto e faccia quello che aveva promesso.

Manca in Italia una forza liberale di centrodestra in grado di dire le cose come stanno. Dove è andata a finire la riforma della giustizia? Dove sono le politiche di un centrodestra moderato, liberale, non fascista, non illiberale? Leonardo Sciascia affermava che “il più bello esemplare di fascista in cui ci si possa oggi imbattere è quello del sedicente antifascista unicamente dedito a dare del fascista a chi fascista non è”. Noi moderati, di un centrodestra liberale, siamo oggi alle prese con un Governo che è a parole dalla nostra parte, ma nei fatti è attento solo a ciò che non ha mai avuto – il Governo del Paese – e che non avrebbe mai avuto, se solo l’altra parte politica fosse stata meno giustizialista e filo-giudici giustizialisti (inseriti nella cosa pubblica al posto di fare il proprio lavoro con equità ed equanimità, con terzietà, nel segreto delle proprie stanze). E se fosse stata meno smargiassa nel prendere a calci gli italiani con un Matteo Renzi o un Giuseppe Conte, entrambi senza qualità politiche adatte.

Insomma: vogliamo vedere attuato ciò che è stato promesso prima delle elezioni.

Aggiornato il 04 gennaio 2024 alle ore 11:10