Far crescere la borghesia, in Italia e in Europa

Bisogna bloccare il processo di massificazione verso il basso nel nostro Paese. E attuare politiche di “incoraggiamento” per la borghesia, verso la “borghesizzazione” della popolazione italiana. Purtroppo, dagli anni Settanta del secolo scorso è in corso una sorta di “proletarizzazione” di massa, i cui principali fautori sono stati – e lo sono ancora – la scuola e le università. Entrambe hanno mal compreso i concetti di educazione e disciplina, di erogazione e diffusione sia della cultura che della conoscenza.

È sotto gli occhi di tutti lo sfacelo dell’istruzione, a tutti i livelli, in Italia. Da istituti di eccellenza si è presto passati a impieghifici che non rendono a nessuno, sia per chi vi lavora sia per chi dovrebbe trovare uno spazio per la crescita personale, nell’immediato, e quella professionale, un domani. La politica oggi al Governo deve dismettere tale processo e avviarne uno che miri a dare coraggio. E a fare rivivere la borghesia in Italia, una ri-borghesizzazione del nuovo Millennio.

Al processo di massificazione al ribasso, verso il basso, si è aggiunto, nello Stivale come in Europa, il fenomeno invasivo delle migrazioni dei popoli bisognosi e spesso peggiori, con l’assenza di competenze professionali, di educazione e cultura civile occidentale. Un processo che è stato accarezzato e ancora incoraggiato dalla politica di sinistra che, per sistemare se stessa, vorrebbe livellare i nostri Paesi civili europei ancora maggiormente verso il basso.

Il trend da seguire è esattamente dall’altra parte, verso la borghesizzazione e il benessere che da quella, in “salsa” duemilaventiquattro e oltre, può venire. Solo ed unicamente da quella. Innalzare per beneficiare, non abbassare per sprofondare. È necessario che vengano ristabilite le regole – da quelle politiche a quelle sociali – oltre a reindirizzare con provvedimenti economici le popolazioni, italiana ma anche europee, per crescere e fare crescere. Sono le masse a dovere seguire gli input politico-sociali dati dagli Esecutivi verso l’innalzamento dell’educazione, della cultura, del benessere personale e collettivo sociale. Ma non l’inverso, ovvero lo schiantarsi dell’intera massa verso lo sprofondo.

Aggiornato il 22 marzo 2024 alle ore 11:24