Sabino Cassese – già ministro e giudice della Corte costituzionale – in un’intervista al Corriere della Sera ha informato gli italiani che mentre era al Dicastero della Funzione pubblica chiamato da Carlo Azeglio Ciampi – allora presidente del Consiglio mai eletto dagli italiani – ha scritto la Finanziaria dopo un incontro con un giudice dell’allora pool di Mani pulite, Pier Camillo Davigo.

Quindi, senza farla troppo lunga, un membro ineletto dell’allora Governo – allora il presidente della Repubblica era Oscar Luigi Scalfaro – ha sfornato politiche per e conto gli italiani, i quali non hanno votato né dato alcun mandato loro. Se non è golpe, non si saprebbe come altro definire il termine. Golpe significa gestire il potere politico al posto di chi, secondo la Costituzione e le regole costituzionali, lo detiene.

Cosa ci azzecca un giudice con la politica economica dello Stato? Niente. Il giudice applica la legge, nel chiuso delle proprie stanze. Nessun giudice “fa la legge”, né tantomeno immagina, scrive o dispone la politica di un Governo. Invece, dal racconto di Cassese, che ha cercato invano di divenire anche Presidente della Repubblica, racconta, per mano di Matteo Renzi, altro mai eletto presidente del Consiglio in quota Partito democratico. Cassese e Davigo si incontravano nelle stanze messe a disposizione da Cesare Geronzi, che mise a disposizione un ufficio della Banca di Roma.

Se le procure d’Italia e i giudici, primo tra tutti il Consiglio della magistratura che coordina le toghe d’Italia, presieduto dal Capo dello Stato – allora Scalfaro, oggi Sergio Mattarella – erano d’accordo a bypassare le regole e la Costituzione, insieme ai politici mai votati da nessuno, di che Stato parliamo, quando parliamo di Stato italiano? Parliamo piuttosto di un gruppo foltissimo di non-Stato che occupa lo Stato-poltrone e il potere dello Stato. E si arroga qualsiasi diritto.

Nel 1993 c’è stato un colpo di coda. Senza dimenticare Tangentopoli e Mani pulite. Ecco l’affaire delle banche italiane, così ben denunciato dal presidente Corrado Sforza Fogliani cui va il sempiterno applauso e riconoscenza da parte di tutti gli italiani. Ecco svelati i politici mai eletti da nessuno che ammaliano gli italiani. Rivediamo le istituzioni, in modo che a ciascuna di essa corrisponda il voto elettorale di tutti i cittadini. Bisogna ricondurre ogni istituzione ed Ente pubblico al rapporto e al collegamento stretto – e diretto – tra chi attua le politiche votate dagli italiani e il Paese.

La giustizia va riformata, fino ai vertici di controllo e disciplina. Solo partendo dalla verità, e collegando elettori ed eletti alla politica, l’Italia riemergerà.

Aggiornato il 26 gennaio 2024 alle ore 12:43