Test psicoattitudinali: Anm sul piede di guerra

Lo scontro tra il governo e la magistratura non accenna ad attenuarsi, anzi. L’Associazione nazionale magistrati ha fatto sapere di aver fissato all’ordine del giorno del prossimo comitato direttivo centrale, previsto per il 6 e il 7 aprile, l’argomento dell’introduzione dei test psicoattitudinali di accesso alla professione da parte del governo con la dicitura “introduzione dei test psicoattitudinali per l’accesso in magistratura. Valutazioni.”. E non esclude nel mentre possibili mobilitazioni e scioperi.

Da parte sua il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha annunciato durante il question time alla Camera che “la separazione delle carriere dei magistrati è nel programma di governo e sarà presentata entro il mese di aprile, al massimo di maggio di questo stesso anno”. Aggiungendo: “Sarà consustanziale alla riforma del Csm per ovvie ragioni che una separazione delle carriere comporta, quindi due Csm separati”.

Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm, replica al Guardasigilli: “Non siamo l’unica magistratura del Paese, ma siamo l’unica magistratura che ha tutta questa attenzione da parte del governo, le altre non ce l’hanno”. E continua: “la dispensa per infermità anche psichica esiste nel nostro ordinamento da tempo immemorabile. Se ci sono casi di squilibrio patologico già si interviene. Se poi si vuole controllare altro che non sia la patologia psicologica, ma il modo di essere, l’espressione di una personalità che non piace, questo è arbitrio”. La sua conclusione è che “è una legge che entrerà in vigore dal 2026, abbiamo tutto il tempo per convincere che così non serve a niente”.

Nei giorni scorsi, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri non aveva perso l’occasione per gettare benzina sul fuoco: “Se vogliamo fare quei test, dovrebbero essere fatti per tutti i settori apicali della pubblica amministrazione, per chi ha responsabilità di governo e per chi si occupa della gestione della cosa pubblica”. Un provvedimento a cui affiancherebbe anche il narco e alcol test, perché, spiega ancora Gratteri, “chi è sotto effetto di droga non solo può fare ragionamenti alterati ma è anche ricattabile”.

La risposta serafica gli arriva dal ministro Antonio Tajani: “Per me se li vogliono fare pure ai politici li possono fare. Ne ho fatti tanti di test, ho fatto l’ufficiale dell’Aeronautica, non mi sono mai sentito leso nella mia dignità. Anzi, se mi scoprivano qualche cosa era meglio, mi facevano una cortesia”. Il vicepremier ha definito incomprensibile “tanta agitazione” in merito al provvedimento che introduce questa verifica per le aspiranti toghe e aggiunge: “Non lo trovo affatto offensivo né una violazione dell’autonomia della magistratura. Se li fanno le donne e gli uomini della polizia giudiziaria non capisco perché non può farli anche chi comanda la polizia giudiziaria”.

Aggiornato il 28 marzo 2024 alle ore 14:44