I nuovi babysitter sono gli smartphones

I bambini e gli smartphones, un rapporto di dipendenza che inizia già dai 10 anni. Se non prima. I cellulari sono diventati i nuovi babysitter e molto spesso, anche al ristorante, al primo accenno di nervosismo di un bambino i genitori usano l’arma del cellulare per farlo stare tranquillo. Un escamotage spesso visto come unica soluzione possibile per passare una serata serena.

E se prima il passatempo preferito dei ragazzi era il pallone, ora i principali svaghi si trovano proprio sui cellulari. Secondo il report “My first device" di Norton by Symantec, realizzato in seguito a un’analisi compiuta in 10 Paesi europei che ha indagato il rapporto tra genitori e figli relativamente all’utilizzo di smartphone e tablet, i ragazzi italiani spendono 2 ore e 24 minuti al giorno chini sul telefonino.

Poca roba se si tiene conto che la media europea sfiora le 3 ore. E i genitori in tutto questo? Secondo il report quasi 3 persone intervistate su 4 pensano che i genitori stiano dando un cattivo esempio ai propri figli passando troppo tempo on-line, e 3 su 10 addirittura ammettono di essere stati sgridati dai figli per il loro comportamento.

Ma colpevolizzarli sarebbe troppo facile. Il mondo è cambiato, la nuova generazione è nata con gli smartphones in mano e sarebbe quindi impossibile creare un distacco. Sul New York Times è uscita un’inchiesta secondo la quale nell’ultimo decennio gli adolescenti americani hanno progressivamente ridotto il consumo di sigarette, alcol e droghe in perfetta coincidenza con la proliferazione imperiosa di tablet e smartphone. Pare che i social network appaghino il desiderio di una vita propria e indipendente più di una sbronza di gruppo. Insomma, non tutto il male viene per nuocere.

Aggiornato il 02 novembre 2018 alle ore 16:04