Terrorismo: due arresti a Milano

Due soggetti estremamente attivi nella “propaganda e proselitismo digitali per conto dell’Isis”, mettendosi così a disposizione dell’organizzazione terroristica e finanziando cause di sostegno del sedicente Stato islamico, al quale “avrebbero prestato giuramento di appartenenza e di fedeltà”. Due gli arresti, nell’ambito di un’operazione antiterrorismo, della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano-Direzione distrettuale Antimafia e Antiterrorismo nei confronti di “due cittadini” – uno egiziano, l’altro di origini egiziane e naturalizzato italiano – entrambi indagati “per essersi associati all’organizzazione terroristica internazionale comunemente nota come Stato Islamico”. Il blitz all’alba: i due arrestati, residenti in due città diverse dell’hinterland milanese (uno dipendente di un’impresa, l’altro titolare ma con società ora chiusa), erano in contatto tra loro. A quanto pare, uno avrebbe indottrinato l’altro. Il social come campo di battaglia. Secondo quanto emerso dalle indagini, iniziate nel 2021, avrebbero mandato messaggi, in particolar modo commenti a video di attentati dell’Isis, su WhatsApp, gruppi Telegram e Facebook. Sarebbero state rintracciate “minacce” a Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, nelle chat dove scrivevano i due arrestati che, tra l’altro, avrebbero spedito soldi a donne rimaste vedove perché i loro mariti erano morti in contesti di guerra. Inoltre, avrebbero mandato denaro pure a un uomo che, secondo indagini statunitensi, farebbe parte dell’Isis. Sono stati sequestrati i telefoni e dispositivi informatici: gli investigatori dovranno capire, adesso, se quest’attività di proselitismo possa avere avuto una accelerazione o meno dopo l’attentato allo Stato islamico, quindi dopo i fatti del 7 ottobre. Per la cronaca, sono stati rinvenuti messaggi e insulti agli ebrei. Nei loro messaggi avrebbero pure dimostrato una “competenza specifica nell’uso di armi e la disponibilità a dare consigli” su questo nelle chat. Il pm di Milano, Alessandro Gobbis, titolare dell’inchiesta, insieme al procuratore Marcello Viola, ha spiegato: “Abbiamo filmati di violenza anche inerenti al compimento di atti terroristici fuori da scenari medio-orientali. Ce ne sono di raccapriccianti, con bambini a viso scoperto che sparano con pistole a dei prigionieri ai quali viene fatto dire che appartenevano alla polizia siriana o ad altri eserciti in opposizione all’Isis. Questo fa capire l’attenzione quasi morbosa dell’Isis ai bambini. È un tema ricorrente quello dei bambini che vengono addestrati all’uso di armi e alla violenza”.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha commentato: “Grazie alle forze dell’ordine e alla magistratura per l’operazione che ha portato all’arresto di due militanti dell’Isis. Il Governo, anche con una forte azione di prevenzione, continuerà a lavorare per garantire la sicurezza dei cittadini. Linea dura contro il terrorismo. C’è stata una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza, presieduto dal ministro Matteo Piantedosi e c’è stata la conclusione di un’indagine che ha portato a fermare due militanti dell’Isis, a dimostrazione che in Italia si lavora con attività di prevenzione. È chiaro – ha proseguito – che ci sono collegamenti tra Polizie a livello europeo, l’attentato a Bruxelles è un brutto segnale, però pare si tratti di un caso isolato”. “Sono stato avvertito dal questore dell’operazione a cose fatte – ha raccontato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala – è bene che abbiano fermato qualcuno che poteva rappresentare un rischio per la nostra città. La vigilanza deve essere alta e credo che ci sia una collaborazione da parte di tutti. Certamente, col buonsenso, credo che ci sia molta più attenzione”. Così, invece, il governatore lombardo Attilio Fontana: “L’allerta deve essere molto alta perché come si è dimostrato a Bruxelles purtroppo di queste cellule silenziose ce ne sono in tutta Europa, quindi non dobbiamo assolutamente sottovalutare questi pericoli. La nostra intelligence mi sembra che stia facendo un lavoro veramente importante, l’arresto a Milano è la dimostrazione che stanno monitorando, però questo non toglie che si debba continuare e insistere ad avere grandissima attenzione al problema. È chiaro che è una situazione che, se deve essere sempre sotto controllo, deve comportare evidentemente anche una certa preoccupazione – ha specificato – sono molto fiducioso nella capacità dei nostri servizi per cui sono convinto che possiamo stare abbastanza tranquilli, attenti ma tranquilli”.

Aggiornato il 17 ottobre 2023 alle ore 17:45