Scoperta l’acqua calda:   i giudici fanno politica

Premesso che la Commissione europea messa insieme da Jean Claude Juncker è una beffa agli italiani (e non solo), composta, nei posti che contano, da rigoristi antikeynesiani per eccellenza tipo il finlandese Jyrki Katainen e che aspettiamo di vedere, o meglio di non vedere, come verranno indirizzati i ben trecento miliardi di investimenti - pubblici e privati - all’economia reale, si deve mettere sull’avviso che se il buongiorno si vede dal mattino è tutto molto cupo, tendente al funereo. Più che un team per la crescita, è l’equipe di una nuova mazzata del rigore, in cui la crescita è decisa e delegata alla cancelliera Angela Merkel. Crescita e Merkel è di fatto un ossimoro.

Detto questo, oltre la beffa il danno, l’Italia, che ha gioito beotamente per aver afferrato nessun potere, è stata già ripresa dal precedente presidente della Commissione europea Manuel Barroso che ci sgrida dicendoci che siamo in ritardo sulle riforme. Cominciamo bene. C’è di buono che la nuova Commissione deve ora essere votata dal Parlamento europeo. Il Consiglio e la Commissione europei hanno comunque indicato con raccomandazioni, già nel giugno scorso, le linee guida e anche le priorità delle riforme cui deve far fronte l’Italia ma Matteo Renzi non l’ha capito. Il “Governo Napolitano ter” non è in grado di fare, va tuttora avanti a selfie e giochetti per creduloni del “dico bene e razzolo male” a spese del Paese.

Ora poi il caro Renzi ha scoperto l’acqua calda e cioè che i giudici da noi fanno politica e si sente l’odore acre della sua fifa blu. Ma se in Italia non avessimo avuto giudici che si sostituiscono alla politica da trent’anni a questa parte con Giorgio Napolitano (il “grande italiano” che fa danni a non finire) che manifestamente li “copre”, avremmo mai potuto avere uno come Renzi al governo? The best is yet to come. La Procura di Bologna si è già mossa inquisendo tutto il Partito democratico emiliano. I giudici sono stati sempre alquanto fantasiosi e creativi alla bisogna, differentemente toccherà “lavorare” per davvero perché Renzi si occuperà di loro, dei loro orari di lavoro, del loro non lavorare, alla sua bella faccia che non lavora da una vita.

Si tenga presente che in Italia le tintorie, di questi tempi, lavorano dal lunedì alla domenica dalle 8 alle 23, mentre i nostri tribunali sono chiusi già all’ora di pranzo e serrati per i fine settimana oltre al mese e mezzo di vacanza, quella estiva. Se una lavanderia ha dell’arretrato, sta lì di notte per toglierselo perché il cliente arriverà e la roba andrà consegnata. Una sentenza è meno importante di un vestito pulito? Perché il servizio giustizia può aspettare? Solo perché è un servizio pubblico?

Riporto qui, per mera consuetudine e ripetitività, le cose che ci sarebbero da fare per l’Italia, che sono poi le priorità ampiamente segnalate dall’Europa a trazione tedesca, in attesa del commissariamento. Le riforme che vanno fatte dopo Renzi e Napolitano, e che mi auguro faccia una sana e nuova forza laica e liberale, sono relative alle politiche di bilancio, all’alleggerimento del carico fiscale sui fattori produttivi, all’efficienza della pubblica amministrazione, al rafforzamento del settore bancario, alle riforme del mercato del lavoro, alle riforme del sistema di istruzione, alla semplificazione normativa, alla politica dei trasporti e delle infrastrutture. Così, tanto per dire.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:18