“Ti racconto la politica”

Lista chiusa o aperta (Capitolo 36) - Nel capitolo n. 34 abbiamo detto cos’è e come si forma la cosiddetta “lista unitaria” e abbiamo anche descritto con quali “veleni” vi si costruisce intorno il congresso.

La lista unitaria può essere chiusa o aperta, ma chiariamo subito che quella aperta è aperta per modo di dire. La “lista unitaria chiusa” è formata da tanti candidati quanti sono gli eleggibili, dunque, votata la lista, tutti sono eletti. La “lista unitaria aperta” riporta invece un numero di candidati maggiore di quello degli eleggibili; ciò vuol dire che nel noto tavolino del preordino dei congressi (Capitolo n. 23), a causa delle troppe pretese, si è faticato un po’ a raggiungere l’intesa finale tra le correnti (Capitolo n. 15).

Dopo il congresso, certa stampa parlerà comunque di “alto esempio di democrazia”, nonostante tutto sia stato pilotato. Come accade per quella chiusa, anche nel caso della lista aperta, i candidati da eleggere sono garantiti; nondimeno, la presenza di nomi che non riusciranno a entrare nella rosa degli eletti, sta a ricordare che detti candidati saranno successivamente sistemati altrove, anche in base alle “istruzioni” del Manuale Cencelli accennato nel capitolo n. 30.

Ricordiamo che le elezioni congressuali sono elezioni, per così dire, private che non c’entrano nulla con le regole e i dettati delle varie leggi elettorali. I congressi dei partiti, come qualsiasi momento elettorale, rappresentano un punto di vulnerabilità, è pertanto immorale ma ovvio che il noto tavolino del preordino dei congressi, affini ogni tecnica per “blindarli”.

Del resto, anche la recentissima storia d’Italia, racconta che con un colpo di mano in un congresso di partito, si può assurgere perfino alla Presidenza del Consiglio. La modernità e la ragione vogliono che ogni progetto sia condotto da persone che, poche o tante che siano secondo necessità, sappiano lavorare in unità d’intenti; il concetto di squadra, però, non è certo un punto “luminoso” della forma mentis del popolo italiano. Impronte digitali, Dna, peso, altezza e milioni di altre caratteristiche, rendono unico ogni essere umano. È spontaneo capire che, così come non esistono due esseri umani fisicamente identici, non possono neppure esistere due esseri umani identici dal punto di vista culturale, caratteriale e mentale. In ogni modo, viviamo tutti su questa terra e se fossimo maggiormente capaci di discernere le priorità, capiremmo che i motivi d’intesa dovrebbero avere più importanza dei motivi di lite.

Non pochi, infatti, vivono sostanziali problemi di discernimento e sia pure in condivisione di lodevoli principi, riescono paradossalmente a trasformare in motivo di lite perfino il banale “tifo per questa o quella squadra di calcio”. Ciò fornisce la dimensione di certa idiozia culturale e denuncia l’impulsività quale forma di patologia. L’umiltà è forza, del resto, non è difficile capire che chi è vittima dell’impulsività, ha meno personalità di chi sa attendere e riflettere. Prossimamente, ci occuperemo delle cosiddette “Liste concordate”.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:30