La nuova Europa tra Trump e May

Ci risiamo. Finché non si convocano i Paesi Ue e non gli si dice che tutto va rimodulato, cosa neanche troppo complicata dato che i Trattati non prevedono niente di stringente economicamente di quello che sta succedendo nell’Europa tedesca attuale, qui non si “schioda” né si migliora. Donald Trump, che si insedierà il 20 gennaio alla presidenza degli Stati Uniti, ha, con alcune sue osservazioni, segnato la via europea da percorrere. L’Italia è fuori strada ma, liberi delle zavorre, non tarderà a riordinarsi, costituire e fare parte della nuova Europa. Trump ha affermato che dopo la Brexit del Regno Unito altri Paesi lasceranno l’Unione europea. Dunque se l’Europa vuole continuare ad esistere, potrebbe evitare lo stillicidio della disintegrazione progressiva causa sfaldamento interno e, mettendo il punto di stop allo sfacelo attuale, scrivere contrattare e siglare un nuovo patto che si ispiri più a quello che farà il Regno Unito con le altre potenze mondiali che insistere sulla strada dal 1997 percorsa, quella dell’Europa accentratrice e statalista dei burocrati che fanno disastri economici.

Donald Trump ha sostenuto che “la Nato è obsoleta in quanto in primo luogo è stata progettata molti anni fa, in secondo perché i Paesi non pagano quello che dovrebbero e poi perché non si è occupata del terrorismo”, il che significa che lentamente farà in modo di rimettere ordine al suo interno. Ha poi detto che “con Brexit il Regno Unito ha preso una decisione intelligente”, “la gente non vuole che altri arrivino nel loro Paese e lo distruggano” e che “è per questo che la Brexit si rivelerà alla fine una gran cosa”. Ha poi affermato che “l’Unione europea è la Germania: in sostanza la Ue è un mezzo per raggiungere i fini della Germania” e che Angela Merkel “ha fatto un errore assolutamente catastrofico nel far entrare nel Paese tutti questi illegali”. Non solo, che “l’Unione è stata fondata per battere gli Usa nel commercio” dunque sta chiaramente dicendo che con l’Europa tedesca, così com’è, lui non commercerà volentieri per niente percependo Merkel e François Hollande e quei beoti che governano in Italia per furto di governo, cioè gli illegittimi al potere rubato in violazione della nostra democrazia, come nemici degli Stati Uniti (e questo è il capolavoro spaventoso di Obama/Clinton che si spera termini con il termine degli otto anni peggiori alla Presidenza statunitense).

Trump ha poi tratto le sue conclusioni, ovvero “quindi mi interessa abbastanza poco se sia unita o spaccata, per me non gioca alcun ruolo”. Ha minacciato dazi punitivi fino al 35 per cento contro le case automobilistiche tedesche se sposteranno i loro impianti dagli Stati Uniti in Messico ed esporteranno da lì i loro veicoli negli Usa. Ha detto che “non dovrebbero sprecare il loro tempo e i loro soldi, a meno che non vogliano esportare in altri Paesi” commentando i piani di Bmw, che vorrebbe aprire una fabbrica in Messico nel 2019. Ha annunciato un rafforzamento dei controlli all’ingresso negli Usa anche per gli europei, e criticato le scelte di Usa e Russia in Siria, ha attaccato le sanzioni Ue contro Mosca. E mentre Donald Trump ci comunica la triste realtà, da cambiare pure in fretta, l’Europa tedesca che non capisce, né ha mai capito niente tartassando di austerità e conti un’Europa che avrebbe dovuto esistere, nelle intenzioni dei suoi fondatori, scissa da questa ossessione, ha dato l’ultimatum all’Italia, facendo pagare il conto delle incapacità di Renzi a Gentiloni (che comunque è lo stesso, non a caso detto Renziloni), dicendo perentoriamente che “serve una manovra correttiva di almeno 3,4 miliardi o arriverà una procedura sul deficit”.

L’Italia non paghi. Dotandosi di un nuovo governo espressione di un nuovo Parlamento, convochi gli Stati membri che ci stanno e riformuli, rimodulandone struttura e moneta comune, l’Europa. Oppure si faccia un bel referendum anche da noi su “Italexit” che forse si fa anche prima ad arrivare lì dove il Regno Unito già è. Io preferirei la via più soft della ricontrattazione ma, tra governi rubati e batoste date dagli italiani senza potere ai rappresentanti imbroglioni che rubano la nostra democrazia, un’altra bella e sonora tranvata ci sta tutta. Ricordo che Renzi e il suo governo, così come mutatis mutandis l’attuale parimenti mai scelto da nessuno degli italiani, è lo stesso che, con il referendum sulle false modifiche imbroglione alla nostra Costituzione, avrebbe voluto mettere a tacere la possibilità di noi tutti, non solo di sceglierci i nostri rappresentanti (tale e quale alle province che non solo esistono e paghiamo noi tutti, ma si eleggono tra politici per conto loro, senza che nessuno di noi possa votare od esprimersi) ma anche di poter decidere se stare o non stare in questa fallimentare Europa tedesca, cosa che per fortuna non è perché noi massa di italiani abbiamo votato contro.

E anche Theresa May ha annunciato la sua linea in ottemperanza a Brexit il cui decorso comincerà, presumibilmente in primavera 2017, non appena il Regno Unito chiederà l’applicazione dell’art. 50 del Trattato di Lisbona. Dunque via dal mercato unico pur di avere il pieno controllo dei propri confini, uscita anche dall’unione doganale e dalla giuridizione della Corte europea di giustizia. E l’immigrazione che May vuole contrastare, così come faceva da ministro degli Interni, non è quella degli irregolari immigrati pure terroristi islamici che vagabondano per il nostro territorio italiano e nei Cie d’affari di Angelino Alfano e compagni, ma quella degli europei, cioè nostra.

Nel 2015, nel Regno Unito, l’immigrazione netta è stata vicina ai livelli massimi mai registrati, cioè 330mila persone, di cui 184mila dall’Europa. May, uscendo dall’unione doganale, avrà mani libere per negoziare accordi commerciali con il resto del mondo e con i partner europei scommetterà su un accordo ad hoc, puntando su settori chiave per l’economia di entrambe le parti, dai servizi finanziari all’industria automobilistica (un quinto delle auto prodotte in Germania viene esportato in Gran Bretagna).

Il Paese cercherà cioè un nuovo modello economico cercando di restare competitivo, ad esempio abbassando la corporate tax per attrarre investimenti. Oggi siamo, con Brexit e Trump, ad una svolta epocale. È la svolta che Trump imporrà agli Stati Uniti e al mondo intero. La vittoria di Trump segna la fine di un mondo, quello di Obama/Merkel/Hollande/Napolitano. La nuova Europa deve costruire la sua nuova cattedrale se vuole esistere. Che sia in asse con il Regno Unito e gli Stati Uniti. Bisogna fare le cose bene e sul serio, dotarsi di fondamenta forti e durevoli, durature. Ciò che tutti i popoli vogliono è la pace nel benessere economico e umano/sociale. Non c’è che da costruire ex novo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:43