Coronavirus, scuole e università chiuse fino al 15 marzo

Chiusura totale delle scuole e delle università fino al 15 marzo. È questa la decisione presa dal governo. Nonostante il Comitato tecnico scientifico ha manifestato dei dubbi, l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte ha scelto di seguire la “linea della massima precauzione”. Tra gli altri provvedimenti si segnala la sospensione in tutto il Paese, come per le zone rosse, di manifestazioni ed eventi “di qualsiasi natura” e “in qualsiasi luogo”. Le partite e le competizioni sportive, inclusa la serie A, si svolgeranno a porte chiuse. Lo sport di base non si ferma, ma solo a condizione che vengano rispettate le raccomandazioni dell’Istituto superiore di sanità.

“In questo momento – sottolinea il premier – siamo concentrati ad adottare tutte le misure di contenimento diretto del virus o di ritardo della sua diffusione perché il sistema sanitario, per quanto efficiente e eccellente, rischia di andare in sovraccarico” in particolare “per la terapia intensiva e sub-intensiva”. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ammette che “la decisione di chiudere le scuole non è stata è stata una scelta d’impatto, spero che gli alunni tornino al più presto a scuola”. La titolare di viale Trastevere ha anche garantito che si farà di tutto per garantire i servizi scolastici a distanza e il governo è già al lavoro per mettere a punto una norma che prevede la possibilità per uno dei genitori di assentarsi dal lavoro per accudire i figli minorenni. Il motivo che ha spinto a sospendere l’attività didattica lo spiega invece il premier.

Anche in Valle D’Aosta, unica regione fino a ieri che non aveva contagiati, fa registrare i primi due probabili casi. A comunicarlo è la presidenza della Regione che i tamponi sono stati inviati all’Istituto superiore di sanità per la conferma. Gli esami effettuati ieri su due pazienti presi in carico dal Servizio sanitario regionale sono risultati positivi. Le persone risultate positive manifestano sintomatologie lievi. I pazienti appartengono allo stesso nucleo familiare.

I dati aggiornati dicono che i morti sono arrivati a 107, il 3,47 per cento del totale dei contagiati, e che ci sono 295 malati in terapia intensiva, 66 in più di ieri, pari al 28,8 per cento in più. Ma è anche vero che sono poco più del 10 per cento dei 2.706 malati totali. 1.346 sono invece i malati ricoverati con sintomi e 1.065 quelli in isolamento domiciliare. L’obiettivo del governo è dunque quello di evitare che aumentino in maniera esponenziale i ricoverati più gravi, mandando in crisi tutto il sistema.

Aggiornato il 05 marzo 2020 alle ore 12:59