Divieto di fumo all’aperto? Mossa da talebani

Il ministro della salute Orazio Schillaci ha annunciato l’intenzione di estendere il divieto di fumo praticamente ovunque, anche all’aperto. Verrebbero banditi quindi tutti i prodotti relativi al tabacco, a prescindere se tradizionale o elettronico, ai tavoli all’aperto di bar e ristoranti, nei parchi, alle fermate dei mezzi pubblici.

La follia dilagante per la quale lo Stato si arroga il diritto di entrare a gamba tesa nelle abitudini dei cittadini, buone o cattive che siano, in nome della salute collettiva speravamo si fosse chiusa con il cambio di governo. Diciamocelo: il passaggio a destra aveva fatto sperare qualcosa di diverso rispetto al vecchio Speranza.

Invece, dopo aver deciso di alzare le tasse solo sul tabacco tradizionale per non intaccare una fetta di mercato importante legato alle ecig (la cosiddetta sigaretta elettronica), lo Stato decide ora non solo di continuare ad affossare le attività commerciali già colpite dalla pandemia (sì, se mi siedo ai tavolini fuori al bar in pieno inverno probabilmente sarà per fumarmi in santa pace una sigaretta), ma di entrare nella libertà individuale di ciascuno pretendendo di imporre comportamenti “moralmente accettabili” in nome della salute. Quindi lotta al fumo di sigarette. Anche se ancora non abbiamo depuratori che ci consentano di respirare aria non inquinata, bere acqua non contaminata. Anche se ogni giorno escono fuori nuovi pesticidi e veleni presenti nei cibi. No, l’Europa vuole ridurre il numero di malati perché, si sa, costano troppo. Ed invece di intervenire su questioni nevralgiche si fiaccano gli animi delle persone comuni nel modo più inutile possibile.

Ma non siamo nella ridente Repubblica popolare cinese dove vige una dittatura. Almeno non apparentemente!

Per fortuna, qualche voce di buon senso si leva anche all’interno della maggioranza.

Il presidente della Liguria Giovanni Toti sulla sua pagina Facebook ha commentato: “Sento in tv che il Ministero della Salute starebbe pensando di vietare il fumo anche all’aperto, compreso quello delle sigarette elettroniche. Ora, in tutta franchezza, credo che ci siano altre urgenze da affrontare in questo Paese. E credo anche che ci sia un limite alla possibilità di ridurre le scelte altrui. Perché la libertà di uno finisce dove comincia quella di un altro. Allora una sigaretta in una stanza chiusa limita la libertà altrui di non respirare fumo, una sigaretta in una piazza lontano dagli altri riguarda solo la libertà di chi la fuma, pur sapendo che fa male. Occupiamoci prima di tutto dei problemi più urgenti del Paese”.

Anche Giorgio Mulè, vice presidente della Camera e parlamentare di Forza Italia, fa appello al buonsenso: “Basta non essere talebani. Perché vietare il fumo anche a chi è all’aria aperta e non dà fastidio a nessuno? Se non c’è nessuno nelle immediate vicinanze non c’è motivo di mettere un divieto. Piuttosto mi preoccuperei di vietare al più presto la vendita online delle sigarette elettroniche, che i ragazzi acquistano e fumano pur non avendo l’età”.

Persino Matteo Salvini, ha dichiarato: “Le sigarette elettroniche stanno aiutando tanta gente ad abbandonare quelle normali. Da ex fumatore che ha smesso 4 anni fa, il divieto di fumarle all’aperto appare esagerato. Voi che dite?”.

Ora bisognerà capire come si procederà: al momento sembra escluso un decreto legge in merito, si dovrebbe procedere con un disegno di legge vero e proprio: essendo un iter lungo e complesso forse non si troverà una quadra in Parlamento. E in questo caso specifico sarebbe un trionfo!

Aggiornato il 06 marzo 2023 alle ore 15:28