Strasburgo bacchetta l’Italia sulla condizione delle carceri

Il Cpt, l’organo anti tortura del Consiglio d’Europa, nel rapporto basato sulla visita condotta un anno fa nel nostro Paese, denuncia nuovamente la difficile situazione delle carceri.

In particolare vengono segnalate le strutture di Lorusso e Cutugno a Torino e quello di Regina Coeli a Roma per quanto riguarda violenze ed intimidazioni tra detenuti.

Il sovraffollamento, invece, è strutturale in tutti gli istituti di pena presenti sul territorio nazionale. Secondo i dati del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, infatti, in Italia il sovraffollamento carcerario è al 110 per cento, cioè 10 detenuti in più ogni 100 posti letto. In alcune carceri del Lazio come Regina Coeli, Rebibbia Nuovo complesso, Velletri, Civitavecchia e Viterbo il tasso di affollamento arriva anche al 150 per cento. Il primato peggiore sul territorio nazionale lo detiene però la struttura di Monza, con un tasso che arriva al 152 per cento.

Strasburgo torna anche a chiedere l’abolizione dell’isolamento diurno e il riesame della gestione dei detenuti sottoposti al regime di 41-bis, sottolineando come sia necessario migliorare le condizioni di vita dei detenuti ed adottare misure specifiche per le donne e le persone transessuali in prigione.

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, in merito al rapporto, ha dichiarato: “È vero le nostre carceri sono sovraffollate, abbiamo ampi progetti per ridurre questa criticità. Un progetto a lungo termine riguarda la dismissione delle vecchie carceri, come Regina Coeli che può essere venduto sul mercato, prevedendo la costruzione di nuove case, ma anche una soluzione più ambiziosa e definita, di utilizzare una serie di edifici, a cominciare da caserme dismesse, che hanno struttura compatibile con il carcere”.  Ed ha proseguito: “Con pochi soldi potremmo ristrutturare queste caserme dismesse e questo ci consentirebbe una detenzione differenziata per i detenuti condannati per reati di diversa gravità, con uno sfoltimento della popolazione carceraria con queste caserme che sono molto diffuse, e che hanno degli spazi compatibili con una delle funzioni essenziali della pena che è quella rieducativa, attraverso la pratica dello sport e il lavoro all’interno dello spazio carcerario”.

Intanto, dopo che il 2022 si è concluso con il record di suicidi in carcere (84 su tutto il territorio nazionale), il 2023 registra già 12 suicidi, di cui 3 nel Lazio (a Regina Coeli). Stefano Anastasìa, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, sottolinea come “alle aggressioni agli operatori nelle carceri, sia di polizia che sanitari, causate dal sovraffollamento, dall’inappropriatezza della detenzione e dalla carenza di attività in carcere, si può rispondere in maniera durevole ed efficace solo con la riduzione dei detenuti e il conseguente potenziamento delle attività rieducative”.

Aggiornato il 24 marzo 2023 alle ore 15:30