arei assolutamente d’accor-
do» a realizzare il condono
tombale, «è sempre stato avversato
dalla sinistra in una maniera totale,
ce n’è assolutamente bisogno, se ci
fosse una maggioranza penso che
dovremmo farlo». All’indomani
dalla “proposta choc” di restituire
l’Imu sulla prima casa Silvio Ber-
lusconi, ospite a
L’aria che tira
su
La7 rilancia. Intanto, prosegue lo
scontro a distanza del Cavaliere
con Mario Monti. A iniziare di
buon mattino è il premier uscente
che ospite di Rtl 102.5, definisce
«un voto di scambio, un tentativo
simpatico di corruzione» la pro-
messa di restituire ai cittadini i soldi
versati per l’Imu. «Meraviglioso,
non è la prima volta - ricorda
Monti - che qualcuno cerca di com-
prare il voto degli italiani. 50 anni
fa Achille Lauro prometteva qual-
che chilo di pasta o una scarpa di
un paio di scarpe». Questa volta
però il tentativo «in modo scienti-
fico» è di «comprare il voto degli
italiani con i soldi che gli italiani
hanno dovuto versare per tappare
i buchi di bilancio di chi aveva la-
sciato il buco governando otto anni
degli ultimi dieci anni, cioè lui. Oggi
- incalza mutuando l’argomenta-
zione già usata da Bersani - si parla
di quattro miliardi e mezzo che ci
vorrebbero per rimborsare l’Imu
pagata nel 2012. Quattro miliardi
e mezzo sono la cifra che è costata
ai contribuenti italiani la pazzia del-
le multe sulle quote latte, dove c’è
stata una connivenza veramente
colpevole della Lega, che ha nutrito
illusioni verso gli agricoltori».
Quindi, avverte il premier uscente,
«se si votasse domani e la comunità
internazionale valutasse il program-
ma di questo governo Berlusconi
così come si sta configurando - in-
calza -, immagino che qualche in-
crespatura nei tassi di interesse po-
«S
trebbe verificarsi. Increspatura -
spiega il leader di Scelta civica -
vuol dire un sottile alzarsi di so-
pracciglio in coloro che esaminano
i dati, poi scrivono i bollettini delle
analisi, che poi influenzano i tassi».
Più tardi, dai microfoni di
Coffee
break
su La7 Monti rincara la dose
parlando di «qualche elemento di
usura» nella proposta di restituzio-
ne dell’Imu avanzata da Berlusconi,
«perché - spiega - se poi si chiederà
agli italiani di pagare più tasse,
quello avverrebbe in condizioni più
negative di quanto sia accaduto di
fronte al quasi crack del 2011».
Ma a stretto giro, sempre dagli
studi di La7, arriva la replica di
Berlusconi al Professore che liquida
gli attacchi come «stupidaggini»:
«Ne dice tante, ha detto anche que-
sta». «Con il signor Monti - incalza
quindi Berlusconi - abbiamo au-
mentato la disoccupazione di mez-
zo milione in appena 13 mesi». E
a chi gli chiede perché il suo gover-
no abbia negato l’incalzare della
crisi risponde di non aver voluto
«buttare le famiglie nella dispera-
zione. Se la famiglia guarda con
paura al futuro - ha aggiunto -
smette di consumare e le aziende
producono meno» alimentando co-
sì la recessione.
di
DIMITRI BUFFA
uattro procure contempora-
neamente indagano sui traffici
del Montepaschi di Siena. Se qual-
cuno cercasse di spiegarlo a un cit-
tadino tedesco, francese, inglese o
americano non ci riuscirebbe. Co-
me non riuscirebbe a credere che
al congresso di magistratura demo-
cratica a Roma si è parlato più del-
la Camusso o dell’«intrinseca po-
liticità della funzione del
magistrato» che di tecniche di in-
dagini, di legalità o di Costituzione.
E a proposito degli adoratori di
quest’ultima così come ce la hanno
tramandata i mitici padri costituen-
ti, provate un po’ a convincere sem-
pre i suddetti cittadini stranieri della
bontà dell’assunto per cui «è vietata
l’iscrizione dei magistrati ai partiti
politici», ma non di fondarli, di ve-
nire eletti nelle loro liste e di fare
comizi a favore dei suddetti partiti.
È roba da manicomio, non sempli-
ce ambiguità. Bene, il “lato B” del
problema giustizia, oltre che di inef-
ficienze e di carceri da paesi dell’ex
terzo mondo, non di quello attuale,
è costituito anche da queste assur-
dità. E, diciamocelo, è soprattutto
per questi motivi che è sempre più
difficile che le imprese estere ven-
gano ad investire in Italia: la legge
del “fammi causa” la hanno impa-
rata anche loro. Si sono passati vo-
ce dopo anni di fregature. Anzi de-
cenni. In tutto ciò, il dibattito sulla
giustizia, liste radicali a parte, è il
grande assente dal dibattito prelet-
torale e dai talk show di moda e di
regime. Nonostante ci sia un partito
che ha la formazione a tre punte,
con altrettanti pm d’assalto a gui-
darla, nessuno parla di giustizia. Al
massimo si discute di un’inchiesta
come quella sul Montepaschi che
inevitabilmente coinvolge una forza
politica e altre propaggini burocra-
Q
tico-ministeriali del ministero del
Tesoro e di Bankitalia o del pro-
blema delle tasse che sta diventan-
do molto peggiore di quello del-
l’evasione, vera o presunta, delle
stesse. Magari ci si minaccia o ci si
insulta su twitter, con tanto di se-
gretari di partito che promettono
di “sbranare” chi non la pensasse
come loro proprio sulla questione
Montepaschi. Ma di giustizia no.
Eppure il grande malato, dimesso
dalla porta principale dell’ospedale
psichiatrico chiamato Italia, rientra
continuamente dalla finestra e cerca
un supplemento di ricovero.
Ma su questo ha ragione Pan-
nella, pur tanto contestato lo scorso
weekend davanti al Comitato na-
zionale di radicali italiani a causa
della paventata e poi abortita alle-
anza tecnica con Storace per pre-
sentare una candidatura alle regio-
nali del Lazio dopo il voltafaccia
di Zingaretti: l’esempio principe del
conformismo degli “italiani brava
gente” è venuto dal capo dello sta-
to. Che oramai, come molti suoi
predecessori, arrivato alla fine del
troppo lungo ed estenuante set-
tennato, comincia a perdere colpi
e a non poterne più di un paese
che qualcuno ebbe a definire come
“inutile da governare”. Convinto
di potere salvare il salvabile, e in-
consapevole che oramai c’è ben
poco da salvare, tenta di mettere
il silenziatore agli scandali e ai
problemi invece che rivolgersi alle
Camere, almeno quando poteva
farlo prima del semestre bianco,
con i messaggi che la Costituzione
gli suggerisce. Anche lui si è pie-
gato alla logica dei talk show e di
una informazione ormai alla frut-
ta, caratterizzata da giornali figli
e di proprietà di banche o di in-
dustriali che hanno molti più con-
flitti di interessi di quelli che ogni
giorno denunciano a carico del-
l’odiato Berlusconi.
A meno di tre settimane dal vo-
to siamo al
“mayday”
. In questo
finale di seconda repubblica non
resta neanche l’opzione di “turarsi
il naso” e votare l’uno o l’altro. Bi-
sognerebbe anche bendarsi gli oc-
chi e chiudersi le orecchie come le
tre scimmiette. Ma non per essere
complici omertosi del sistema, ben-
sì per non farsi travolgere da que-
sto flusso di finte informazioni su
tutto e su tutti che confonde e de-
pista i cittadini dai problemi veri.
Il primo dei quali si chiama giusti-
zia e non “lotta” a questo o a quel
problema di emergenza contingen-
te. La corruzione e l’evasione fisca-
le che pure esistono non sono i
mali conclamati d’Italia. È il
main-
stream
comunicativo, che ci ha
portato all’annullamento dello sta-
to di diritto, ad averci ucciso. Il re-
sto è fumo negli occhi per sudditi
di bocca buona.
II
POLITICA
II
K
Giuseppe MUSSARI
Monti: «Quello del Cav
è una sorta di voto
di scambio, insieme
a un pizzico d’usura».
Berlusconi replica:
«Ha già detto tante
stupidaggini, con questa
ne ha detta un’altra»
segue dalla prima
Circuiti mediatici
(...) che imperversano sulle più importanti
testate nazionali non hanno la dignità intel-
lettuale di denunciare che il caso Mps si porta
appresso fatalmente anche il problema della
presenza condizionante delle banche nelle
proprietà editoriali. Quanto pesa questa pre-
senza nel modo con cui il caso Mps viene
presentato all’opinione pubblica? È questa
presenza che sconsiglia il protagonismo giu-
diziario, frena il tradizionale linciaggio me-
diatico nei confronti delle persone e tende
ad indirizzare la vicenda verso una conclu-
sione che preveda il sacrificio dei singoli ed
il salvataggio dell’intero sistema bancario e
mediatico? Giorgio Napolitano ha oggi 87
anni. Gli auguriamo di vivere ancora molto
a lungo. Nella certezza che tra vent’anni, co-
me spesso è avvenuto nella sua vita, denun-
cerà con la massima energia ciò che oggi è
sotto gli occhi di tutti ma non dice nessuno.
ARTURO DIACONALE
Lo spot di Mediaset
(...) C’è ora Monti-Casini e dunque la neces-
sità di una guerriglia quotidiana culminata,
appunto, nella ormai famosa “proposta
Imu”. Con la quale Berlusconi non solo ha
continuato a dettare l’agenda (tasse) sul suo
terreno di preferito scontro (televisione) ma
ha di fatto mobilitato il suo elettorato po-
tenziale, compresi dunque i molti congelati
dentro l’enorme bacino del non voto. Se vo-
gliamo, anche l’acquisto di un fuoriclasse co-
me Balotelli che segna subito ben due gol
(uno su un rigore discutibile, ma tant’è), aiuta
la mobilitazione, oltre alla impressionante
vicenda Mps. Dire dunque che il Cavaliere
ha (anche) fortuna non è sbagliato, d’altra
parte la fortuna arride agli audaci, o no? Re-
sta da chiederci se, posto che al Senato è qua-
si certa la mancanza di una maggioranza, la
partita per la Camera, cioè per vincere, è a
portata di mano. Se, cioè, il Cav riuscirà a
colmare il gap di cinque-sette punti con Ber-
sani, recuperando oltre due milioni di voti
dall’iceberg iniziale, come del resto è acca-
duto, sorprendentemente, nel 2006. Tutto è
possibile, si sa. Ma ci sono due o tre proble-
mini per dir così dirimenti. Il primo riguarda
la battaglia elettorale che, rispetto alle pre-
cedenti non è più a due ma a tre, se non di
più. La fine del bipolarismo coincide con la
crisi del Pdl - e di un Pd che rifiuta di vin-
cere due anni fa - e la nascita del terzo in-
comodo di Monti-Casini, destinato a col-
locarsi come novello Ghino di Tacco sulla
Rocca politica di Radicofani, il che cambia
il gioco postelettorale (beninteso se Monti
si aggirasse sul 15%). L’altro problemino
riguarda proprio la mitica proposta Imu. A
differenza di quella sull’abolizione dell’Ici
avvenuta l’ultima settimana elettorale, que-
sta è stata anticipata di tre settimane dando
agli avversari tempo e spazio per smontarla,
criminalizzarla, renderla impossibile, rele-
garla nell’ambito del voto di scambio se non
delle favole. Dei sogni il Cav è un narratore
tanto affascinante quanto imbattibile. Ma
i sogni possono avverarsi se si va a votare,
sembra suggerire quello spot.
PAOLO PILLITTERI
Parla Irene Pivetti
(...) Mi piace stare tra la gente e capire quali
siano le necessità reali delle persone. Ho de-
ciso di girare per i mercati di Roma.
Ha scritto un libro sulla comunicazione po-
litica. Quale slogan ha scelto per la sua cam-
pagna elettorale?
Impegniamoci insieme per una Regione mi-
gliore. Poche chiacchiere, siamo per una po-
litica del fare, vogliamo dimostrare che è pos-
sibile per il Lazio essere una regione virtuosa.
EMMA EVANGELISTA
Quattroprocure indagano
suMps.E imagistrati diMd...
Scontro sull’Imu
traMonti e il Cav
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MARTEDÌ 5 FEBBRAIO 2013
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